sabato, maggio 11, 2024

Torna a casa dopo tre giorni in cui si è fermata a dormire fuori per lavoro, io arrivo tre ore dopo, finito il mio turno. Porto fuori il cane, vado in bagno, mi siedo finalmente sul divano con lei che sta guardando la tele, e noto che ha finito entrambe le bottiglie di birra rimaste. Dico che mi sarebbe piaciuto berne una, mi fa notare che nel bicchiere ce n'è ancora, così la finisco, ma a quanto pare non si aspettava che gliela bevessi tutta. Si lamenta, ma è più per gioco che altro. E comunque non smette di guardare la tele. Mi chiede di farle un cocktail, io non ne ho voglia. Insiste, scherziamo un po', ma non mi alzo. Non ne ho davvero voglia, non è neanche un'ora che sono a casa, vorrei starmene un po' sul divano, ma dopo un po' mi alzo e vado in cucina a prepararlo. Le mostro un bicchiere, le chiedo se le va bene, e mi dice che non lo vuole più. Mi sembra offesa, io mi scogliono e me ne vado in camera, tanto non è che stessi ricevendo tutta questa attenzione. Dopo un po' arriva, si mette a letto e non parla. Le chiedo se si è offesa, dice che non lo sa ancora. È chiaramente offesa. Adesso però lo sono anch'io, siamo stati insieme un quarto d'ora dopo tre giorni senza vederci e siamo già riusciti a scazzare. Mi alzo e me ne vado di là.
Sta diventando sempre più difficile reggere questa situazione, abbiamo davanti tre giorni a Barcellona alla fine del mese, due settimane in Cina ad agosto, sua madre qui da noi almeno per tutto settembre, e in momenti come questo vorrei che se ne andasse domani mattina. Non so davvero se supereremo quest'anno. Non so cosa desiderare che succeda, se trovare una quadra o lasciarci e basta. Sono stanco di guerre sottotraccia, di tensioni, di musi, di vivere da solo anche se sto con un'altra persona, di non potere contare mai su di lei, del suo continuo mettersi al centro di ogni conversazione, al centro di ogni suo interesse, al centro della propria giornata. Non me ne frega più un cazzo di come sta, dei suoi problemi al lavoro, del suo umore ballerino, di quello che vuole, di quello che pensa, di quello che vorrebbe fare domani, tanto è sempre e solo lei, riguarda sempre e solo lei. Se non facciamo quello che vuole nell'esatto momento in cui lo vuole si offende e bisogna litigare, come stasera. Non ho neanche voglia di andare a letto, credo che domani mi preparerò quello nella stanza degli ospiti.

venerdì, maggio 03, 2024

Io boh stamattina sono totalmente privo di stimoli, non vedo motivi per andare avanti in nessuna attività che non sia respirare, sono immerso in uno stato di torpore, apatia, tristezza immotivata che raggiunge momenti di sconforto. Non c'è la noia, non puoi annoiarti con un telefono in mano, ma c'è il senso di vuoto, la nostalgia per qualcosa che non sai definire, la voglia di guardare indietro a qualcosa che non c'è più, ma di cui hai dimenticato il nome e l'aspetto. Mi sento incompleto senza capire quale sia il pezzo mancante, ed è una costante nella mia vita, lo so abbastanza da non attribuirne la responsabilità a nessuno.

venerdì, aprile 12, 2024

Sto vivendo una situazione che non sembra avere una soluzione accettabile. Adesso non ci parliamo, ma quello non sarebbe un problema sebbene mi abbatta il morale, ogni tanto litighiamo e poi facciamo pace e andiamo avanti. Il problema è che lei ha delle mancanze palesi chè io non riesco più ad accettare. Non basta fare pace, questo difetto si ripresenterà ancora e ancora per anni, e litigheremo ancora e ancora. 
Guadagnamo 3500 euro al mese e non riusciamo a mettere via un centesimo, e quando ho bisogno di soldi lei non ne ha e devo andare a chiederli a mio padre.
Non è una condizione accettabile. Io riesco piano piano ad accumulare qualcosa, lei ha uno stipendio quasi doppio al mio e non ci riesce. Non credo di imporre la mia autorità o chissà che altro, viviamo insieme, siamo una coppia, ma se fossimo coinquilini che differenza ci sarebbe? Se non posso contare su di lei quasi su niente, visto che le pulizie in casa le facciamo solo insieme oppure io se mi sento in buona, la spesa io o insieme, la spazzatura la butto io, la cassetta del gatto la pulisco quasi solo io, le lavatrici ognuno fa le proprie. Cosa ci mette lei, di esclusivo, in cosa contribuisce tranne la quota che le chiedo di mettere tutti i mesi? Non ho più voglia di discutere di queste cose, sono sfinito.

giovedì, aprile 04, 2024

Un altro giro, un altro motivo per scoglionarmi. Stavolta sono le ferie che dovremmo passare dalla sua famiglia dall'altra parte del mondo, ma che costano più di quanto potrei permettermi.
Lei non ha problemi, guadagna più di me nonostante si sputtani tutto quello che guadagna, e dove non riesce ad arrivare ci pensa la sua famiglia, sempre pronta a sostituire la sua totale mancanza di responsabilità.
Non andare mi crea dei sensi di colpa, è la sua famiglia, ma anche la mia, in un certo senso. Sebbene non riusciamo neanche a comunicare per le ovvie differenze linguistiche, sebbene le mie vacanze laggiù si traducano in lunghe giornate a fare presenza nella stanza e a giocare col telefono, mentre mia moglie chiacchiera con i parenti o con gli amici o con chi capita, è comunque un dovere che sento verso queste persone. Non fosse altro perché a causa mia la loro figlia nipote cugina vive dall'altra parte del mondo lontano da tutti loro.
Però il biglietto mi costerebbe come un mese di stipendio e nessuno mi dà una mano.
Neanche mia moglie, ed è questo a ferirmi. Quando le ho detto che non riesco a permettermi il viaggio mi ha semplicemente risposto che non sono obbligato e che può andare da sola. E basta.
Ho pensato che magari non ha abbastanza per aiutarmi, probabilmente si è spesa tutto quello che aveva da parte in vestiti e cazzate, come fa sempre.
Solo che stamattina mi ha comunicato di essersi comprata delle azioni. 
Eh? Eh è un investimento, il rame adesso costa tantissimo, conviene.
Non so quanto abbia speso, ma mi sembra difficile che abbia comprato venti euro di azioni. Ma fossero anche solo cento euro, che non mi cambierebbe niente se me li prestasse per fare il biglietto, ma è possibile che prima di ogni altra cosa, prima di chiunque altro, perfino prima della persona che dice di amare e con cui ha deciso di condividere la sua vita, venga sempre sé stessa? E non i suoi bisogni, ci mancherebbe, non le chiedo di rinunciare a quello che le serve. Ma ha comprato una macchina e non ha nessuna intenzione di prendersi una patente, tanto ci sono io che la porto in giro quando serve; si riempie di vestiti, accessori, scarpe, borse ogni mese, ha comprato accessori per il cane che potrebbero essere utili per portare a spasso sotto una tormenta quattro cani contemporaneamente, solo che noi ne abbiamo uno. Ha un bisogno malato di comprare, spendere, neanche accumulare, perché con la stessa facilità con cui acquista non si fa alcun problema a buttare via quello che non le interessa più. Non si cura di quello che compra dal momento in cui lo possiede, se il gatto le piscia in un paio di scarpe da 400 euro alza le spalle, chiama sua madre e se le fa ricomprare. Perlomeno è quello che ha fatto quando le si è rotto il computer portatile. Il giorno dopo l'ha mollato sul bracciolo del divano in bilico, se non c'ero io a prenderlo finiva in terra. Un portatile Apple da un migliaio di euro.
Ma se io ho bisogno di una mano per comprare un biglietto per andare a trovare la sua famiglia che non vedo da 5 anni la sua risposta non è "cerco di aiutarti io", è "vabbè non venire".
Non so se cercare di risolvere i nostri problemi sia la cosa giusta da fare.
Forse sto accettando questa situazione perché ho paura dei cambiamenti che comporterebbe affrontarla, come faccio sempre con tutto quello che compone la mia vita. Non so uscire dalla mia comfort zone, come al solito. Ma l'amore non è questa roba qui.

martedì, febbraio 27, 2024

 Che poi ogni volta dico che basta, che ho raggiunto il punto di saturazione, e ogni volta mi ritrovo a rileggere quello che ho scritto mesi più tardi e vedere come da allora non è cambiato niente. Non è cambiato soprattutto il nostro rapporto, stiamo sempre insieme, ci vogliamo sempre bene, lei è sempre una stronza egoista e io sono sempre troppo zelante nel rinfacciarle ogni mancanza e sempre pronto a perdonarla e andare avanti.

Sono anche più triste dell'ultima volta, il magone mi investe a ondate e non so trovare una causa. Non vedo una sola ragione per essere così triste, il lavoro non è il massimo, ma non mi pesa affatto e non ho incomprensioni con nessuno, quelle poche le ho sistemate; non mi rende felice, ma non pesa. Il mio rapporto con Shasha è strano, a volte mi pesa, se non c'è mi manca, in genere mi sento bene, credo di essere abbastanza felice con lei. Sto invecchiando, non mi piace il mio corpo, ho preso peso, non faccio sport, mi sento una merda e forse la tristezza arriva da lì, e dal sapere che non farò niente per migliorare la mia situazione perché è questo il mio modo di affrontare i problemi: ignorarli.

E intanto il tempo passa.

mercoledì, novembre 15, 2023

 Allora, leviamoci subito questo dente così magari attraverso l'elaborazione me lo posso lasciare prima alle spalle e tornare alla mia quotidianità.

Ho litigato con Katia, la responsabile di produzione, personaggio molto ignorante e molto maleducato, nonché cognata della mia collega appena meno ignorante ma altrettanto maleducata.

Non ci ho veramente litigato, venerdì l'ho trattata con superficialità e le ho risposto senza il sussiego che probabilmente si aspetta da qualcuno con un livello inferiore al suo, e le ho fatto una battuta che non ha apprezzato, tanto che oggi me l'ha risbattuta in faccia, segno che devo avere colpito dove fa male.

Oggi aveva ragione, sennò non avrebbe rotto tanto il cazzo, e siccome mi ha trattato in un modo che non gradisco le ho risposto sulle stesse corde, stappandole quell'embolo che le impedisce una buona ossigenazione del cervello.

Siccome aveva ragione lei Christian mi ha ripreso, con toni diversi, e la cosa è finita lì. Non credo che ci saranno conseguenze, non sono preoccupato, ma sono stato preso in fallo da una persona che considero inferiore, e questo mi rode parecchio.

Fuori dal lavoro gli equilibri sarebbero diversi, ma fuori dal lavoro il problema non esiste, perché non esiste lei o sua cognata o chiunque le dia un minimo di credito, e quindi questo problema esiste solo quando torno a lavorare.

Non credo che esista neanche lì, non temo strascichi e la mia posizione è abbastanza solida da garantirmi un'esistenza tranquilla. E se anche non lo fosse Shasha mi copre le spalle abbastanza agevolmente. Ma non è quello il punto, il punto è che mi sono sentito inferiore a una scema, quindi scemo io stesso, ed è questo a darmi così fastidio.

Ci sta, l'opinione che lì dentro possono avere di me è generalmente buona, questo lo so con certezza, migliore di quella che hanno di lei, e nel conto ci sono anche e soprattutto i miei capi. Alla fine di quello che può pensare di me Katia,o sua cognata, o qualche figura che magari si fida più di loro che ci me, di quello che possono pensare in quella parte del mondo che mi è così facile disprezzare, a me che me ne frega? Va bene così, domani tornerò a lavorare e continuerò a interagire con chi appartiene al mio mondo e mi aiuta, cercherò di essere più attento e di evitare polemiche, e questa antipatia andrà avanti sottotraccia come ha fatto finora. Perché non credo neanche per un secondo che la sua opinione di me sia mai stata positiva, quindi alla fine cosa cambia? Niente.

domenica, settembre 10, 2023

 La cena della leva è un'esperienza che non avevo mai provato. Ne sono state organizzate altre che ho snobbato senza rimpianti, ma s questa ho voluto partecipare: c'erano alcune persone che non vedevo da anni, ho pensato che sarebbe stato divertente.

Non lo è stato. Alla fine mi sono trovato a passare la serata coi vecchi amici di quando ero ragazzo, a fare gli stessi discorsi di allora, a guardare da lontano il coglione della classe, la figa, e commentare oggi come allora.

Ho scambiato due parole con una che negli anni ho sempre trovato molto bella, con una che mi piaceva quand'ero ragazzino, con la mia compagna di banco che è andata via prima ed è un peccato perché con lei sono sempre stato bene, ma alla fine avrei potuto farne a meno. Alla fine, tolta la novità di quei due o tre che vivono lontano e non vedevo da anni, è stata una passerella di gente che ho smesso di trovare interessante trent'anni fa, solo invecchiata, in genere male.

Salvo un paio di donne che sono rimaste uguali, una che rispetto ad allora è migliorata, ma è sempre una cretina senza speranza e il mio vecchio amore di allora, che può diventare orribile ma la guardo sempre volentieri. Il resto è triste, e soprattutto inutile. Di sicuro non andrò alla prossima festa, non ho niente da dire a queste persone,, se ci siamo persi di vista ci sarà un motivo.

lunedì, agosto 21, 2023

 Si dev'essere rotto qualcosa lungo il cammino, quella roba che tiene insieme gli ingredienti che fanno una relazione. È una sostanza presente in ogni composto, è una cosa invisibile che fa si che ad un certo punto l'acqua e la farina diventano pane, il basilico e i pinoli diventano pesto, e due persone fanno una coppia.

Quella cosa lì che non ha un nome c'è stata per tutto questo tempo, ci ha permesso di superare i giorni in cui ci tiravamo le cose e quelli in cui mettevamo i vestiti in valigia non credendoci davvero.
Oggi sembra che quell'ingrediente sia terminato, passiamo il tempo nella stessa stanza misurando lo spazio fra noi come due cani che si contendono il territorio, pronti a mostrare i denti appena uno fa un passo più in là.
Siamo sempre tesi, sempre imbronciati, sempre a discutere. Abbiamo passato una settimana in Francia e credo che entrambi avremmo preferito essere altrove, possibilmente da soli. Io di sicuro l'ho desiderato molte volte.

E non posso fare finta di non sapere come ci siamo arrivati, è scritto anche qui sopra: ci siamo arrivati attraverso i giorni in cui litigavamo fino a farmi tirare le cose, attraverso quelli in cui le chiedevo di andarsene e poi accettavo di darle un'altra possibilità, attraverso le mille delusioni e i discorsi a vuoto.

Ce n'è anche per me, naturalmente. Io sono quello che si fa guidare dai pregiudizi e cerca conferme in ogni sua mancanza, e non perde occasione per rinfacciare, rimproverare, giudicare sempre dalla sua comoda posizione rialzata. E sono anche quello che ogni volta si fa venire il dubbio che forse sta esagerando, e torna sui suoi passi, e dice vabbè andiamo avanti ancora un po'. 

Però i problemi ci sono, è evidente. Non è una mia fantasia se torno dal lavoro e devo mettermi a fare i lavori di casa perché lei non ci ha pensato, se devo prestarle dei soldi perché ha speso i suoi in qualsiasi cazzata le sia venuta in mente senza curarsi delle spese in comune, se oggi è imbronciata perché si è svegliata male, ieri perché tre giorni fa abbiamo avuto una discussione e la settimana scorsa perché era stanca, aveva fame, sete, caldo, sonno o voglia di litigare.

Riguardo le foto di questa vacanza e quelle in cui è di buonumore sono pochissime. Anche quelle in cui compare si sono ridotte, la sua voglia di farsi fotografare è diminuita con l'aumento di peso. Non si piace, e capisco che da quello nasca anche la depressione, ma il mio ruolo dovrebbe essere di aiutarla, non di votare la mia esistenza a farle tornare il buonumore a costo della mia esistenza. È abbastanza chiaro ormai che senza qualcuno che la controlli non è in grado di gestirsi, ed è altrettanto evidente che il suo bisogno di spendere soldi è pari solo al suo egoismo.

Ma se queste cose sono così evidenti perché stiamo ancora insieme? Non abbiamo niente in comune, interessi diversi, personalità diverse, abbiamo caratteri a cui riesce più facile lo scontro che il compromesso, perché continuiamo a provarci ogni giorno? Adesso ha un lavoro migliore del mio, una prospettiva di vita migliore, è più giovane di me, perché sacrifica un futuro migliore per stare con me in quel buco di merda del paese in cui viviamo? E perché io faccio lo stesso, se alla fine sto meglio da solo? 

Ed è vero che sto meglio da solo, ormai mi conosco. Mi abbruttisco, mi vesto male, mi chiudo nella mia bolla sempre più piccola, ma sono più tranquillo. Vivere con lei mi tiene in un costante stato d'ansia, e se da una parte mi obbliga a mettermi tutti i giorni in discussione e superare i miei limiti, dall'altra mi toglie da sotto i piedi ogni certezza. 

A questo si aggiungono i problemi di casa, gli animali che non stanno bene, il mio corpo che invecchia, il clima, il governo, il mondo. L'ansia che ognuno si porta dietro e che nel mio caso sarebbe più che sufficiente a farmi crescere una ruga sulla fronte, è caricata di tutto il peso di una relazione che non riesce più a camminare sulle sue gambe e ha bisogno ogni giorno di essere spinta un po' più avanti.

Ecco, è questo l'ingrediente segreto che trasforma la farina in pane, l'impegno e la voglia di sporcarsi le mani, e in questo momento io non so se ho ancora voglia di mettercelo, quell'impegno.

giovedì, giugno 22, 2023

 Sono a metà dei dieci giorni più o meno di vita da solo mentre la moglie è in giro per l'Italia in trasferta non retribuita perché i cinesi sono bravi e simpatici ma come ti sfruttano loro neanche i faraoni quando dovevano costruire una piramide, e ogni tanto mi domando chi sia questa persona che mi chiama ogni tanto e come mi sentirò quando tornerà a essere l'altra parte della mia vita, quella da sposato.

Perché certe volte mi dimentico che esiste e allora mi domando se sia giusto occupare la vita di qualcuno di cui tendi a dimenticare la faccia se non vi vedete per un po', ma poi per fortuna ci sono anche quegli altri momenti, quando la vorrei vicino perché è l'unica persona che valga la pena avere vicino, e penso che è normale stare bene da soli se sei una persona che ama farlo, e comunque non è vero che tendo a dimenticare la sua faccia quando non la vedo per un po'.

martedì, aprile 18, 2023

 Che poi l'odio è una parte di noi che dovremmo eliminare, non alimentarla, e tutte le situazioni che vanno a finire in un conflitto dovremmo evitarle, e sarebbe bello esserne capaci e non provare rancore né faastidio verso i colleghi imbecilli e attaccabrighe, ma ogni volta che ci provo mi sento come se stessi mettendo in tasca uno scorpione, e mi sento un idiota subito dopo per averci provato. 

Forse è per quello che i santoni buddisti si ritirano in contemplazione in luoghi remoti, perché se esercitassero la loro professione di saggi in centro città la loro pazienza si esaurirebbe al primo ingorgo, e un santone indiano che bestemmia non è altrettanto credibile, e anche il marketing legato al buddismo subirebbe un brutto colpo.

È facile essere pazienti in cima a una montagna dove non prende neanche il cellulare e gli stronzi ne hanno per le balle di arrampicarsi per ore per venire a scocciarti. Quindi forse non è lo spirito che va temprato, ma l'ambiente in cui viviamo. forse se lavorassimo in aziende con un sacco di giardini e musica rilassante, raggiungibili dopo una tonificante passeggiata in un bosco, saremmo meno propensi a litigare con la collega disagiata che si crede stocazzo e te lo fa pesare. Forse anche lei avrebbe meno voglia di esercitare sugli altri un potere che neanche possiede. Forse per quello bisognerebbe che scopasse di più.

lunedì, marzo 20, 2023

 Oggi è il 20 marzo e certifico la mia ufficiale insofferenza verso il posto di lavoro, di nuovo, come tutte le altre volte, e sempre per la stessa ragione: a parità di contratto e qualifica esistono dei privilegiati e delle persone sfruttate, e come al solito io non faccio parte della prima categoria. Non che la cosa mi andrebbe meglio se fosse così, i privilegi mi stanno sul cazzo a prescindere da chi ne gode. 

Quindi oggi ho ricominciato a cercare un lavoro migliore, e se è vero che la disoccupazione sta calando potrebbe esserci un altro cambiamento a breve nella mia vita. Vediamo che succede, ma intanto il mio atteggiamento al lavoro è già cambiato, di qui in avanti mi limiterò a fare il mio, non un passo di più. La disponibilità che ho dato finora temo che ne risentirà, ma d'altronde ci sono i dipendenti dell'azienda che sono pagati meglio, sono più tutelati e vengono sempre prima di me quando si tratta di riscuotere i benefici, perciò mi sembra ragionevole che vengano per primi anche quando c'è da sporcarsi un po' le mani.

mercoledì, gennaio 04, 2023

 Ieri sera ho consegnato il foglio sbagliato al capoarea, quello della seconda lavorazione invece della terza. Le ho fatto perdere un minuto. Oggi mi ha mandato il mio responsabile a rompermi il cazzo perché avevo già il pc spento. Ci ero seduto davanti, l'ho riacceso e ho stampato il foglio giusto, ma mi hanno rotto il cazzo. Queste cose sono avvilenti, perché dimostrano come se non hai i privilegi dei tuoi colleghi, costruiti solo attraverso anni di paraculi, basta un errore minimo e ti mettono in croce, mentre dall'altra parte ci sono persone che possono permettersi di fare mesi di mutua ogni anno e lasciare il posto incustodito, e non vengono neanche ripresi. La settimana scorsa la cretina non si è presentata al lavoro perché era il suo compleanno, ma non ha avvisato nessuno. È finita lì, nessuna conseguenza.

È avvilente. L'unica soddisfazione che posso trarne è che devi essere davvero una persona misera per sentire il bisogno di esprimere quel poco di autorità che hai rompendo il cazzo al prossimo, e questo non può che farmi sentire migliore di tutte queste persone. 

giovedì, dicembre 29, 2022

 È brutto rileggere le cose che penso quando sono stanco e incazzato, perché poi non ci trovo quelle belle che penso dopo e che le scrivo quando sto bene e vorrei averla vicino, e sono molte di più.

Vabbé.

Ho iniziato a guardare The Office in ufficio, la prima stagione è tutta una sequenza di episodi di grande imbarazzo e battute che non fanno granché ridere, ma andando avanti si assesta, e nella seconda ho iniziato a farmi anche qualche bella risata. Immagino comunque che la maggior parte del suo fascino sia la storia sottotraccia di Pam e Jim, quella sì raccontata in modo molto delicato.

Domani sono in festa e torno a lavorare martedì per tre giorni in cui farò di nuovo pomeriggio. Tempi duri proprio.

mercoledì, dicembre 21, 2022

 Che poi già ho dormito poco e mi sono svegliato inverso, già il cane mi ha tenuto mezz'ora sotto la pioggia perché voleva mangiare l'erba, già piove da giorni tutti i giorni tutti il giorno senza sosta ed è buio quando esco e buio quando torno e il sole lo vedo solo al lavoro mentre faccio altro, già ieri è stata una giornata molto complicata fra organizzare un corriere e litigare con l'altro e spendere molto di più di quanto avevo previsto e va bene la tredicesima ma ho paura che dovrò chiedere un aiuto a mio padre, già mio padre che ogni volta mi tiene ore a raccontarmi cazzate e non c'è modo di arginarlo, se in tutto questo mi chiedi come sto, te lo racconto e dopo un minuto me lo chiedi di nuovo perché ti stavi facendo i cazzi tuoi allora non scrivermi proprio, perché tanto la novità di oggi è che dopo due settimane che non ci sei sto anche meglio di quando ti ho davanti, tolto l'impegno maggiore a prendermi cura di casa e animali. In pratica la soluzione ideale non è la convivenza, ma pagare qualcuno che mi pulisca casa.

lunedì, dicembre 12, 2022

 Oggi è lunedì, sono le sei e mezza. A quest'ora sarei dovuto essere a casa già da un po', ma il mio solito collega che si ammala si è ammalato e devo sostituirlo, probabilmente per tutta la settimana. Da quando sono venuto a lavorare in quest'azienda ho incontrato colleghi che si ammalano una settimana alla volta. Tranne quando ho avuto il covid non mi sono mai assentato per una settimana intera, e anche quelle due volte in cui mi è successo è stata un'assenza imposta, io sarei tornato a lavorare dopo due giorni, quando ho smesso di stare male.

Loro no, o una settimana intera o niente, ma siccome niente è eccessivo si fanno una settimana al mese, come minimo. È tanto, sono tre mesi all'anno di mutua, ma qui va bene così, nessuno si lamenta o glielo fa notare.

Non mi lamento neanch'io, il turno di pomeriggio è ozioso il giusto, e da quando Shasha è tornata in Cina non ho nessuno che mi aspetta a casa, tranne i gatti. 

Non mi sento solo, non ancora. La sto ancora vivendo come una vacanza, ma sono passati cinque giorni, devo ancora stancarmi di oziare senza nessun obiettivo e cominciare a sentirmi come se stessi buttando via la mia vita. Ci arriverò, ma per il momento mi godo questa libertà regalata. Ho installato Spider-Man, che è un open world divertente, e aspetto che mi arrivi una ps5 su cui ho dilapidato la tredicesima che devo ancora prendere. Quella dovrebbe segnare la fine della mia vita sociale, ma anche un notevole risparmio economico. Ma anche la fine delle pulizie di casa. Vabbè, vedremo, Shasha ritorna a fine gennaio, ho tempo per annoiarmi di questa vita e della prossima.

lunedì, novembre 28, 2022

Mi sono riletto tutta la conversazione con Eva di.. quanti? Otto anni fa. Tutta, dai primi contatti per prendermi João alle conversazioni divertite, ai messaggi quotidiani e insistiti fino al momento della reciproca dichiarazione, quando mi tremavano le mani e non riuscivo a scrivere sulla tastiera per quanto ero felice e incredulo che quella cosa stesse succedendo a me. E di lì tutto quello che è venuto dopo, i tentativi di metterci un freno, il desiderio crescente, gli incontri di nascosto sempre meno pudichi e sempre più coinvolgenti, i suoi passi indietro e di nuovo avanti che sembravano condurre a un inevitabile lieto fine. E poi il lieto fine durato quanto, due giorni? E l'abisso.

Mentre leggevo ho provato diversi stati d'animo, sono passato dalla curiosità al desiderio, desiderio vero, dopo otto cazzo di anni mi sono trovato a desiderare di nuovo di provare una felicità così pura e totale, a rendermi conto che io e lei vibravamo sulle stesse note, eravamo perfetti e bellissimi, e non è giusto che le cose siano finite diversamente.

Poi sono arrivato alla fine, a quando ha lasciato il suo fidanzato e poco dopo ha realizzato di non avere risolto niente, di non essere felice neanche con me, e mi ha messo alla porta ed è tornata a vagare alla ricerca di sé stessa, e ho provato un sentimento diverso. Non più la delusione di allora, la rabbia, il dolore e tutto quello che otto anni fa mi ha mandato in analisi e neanche quello è servito a farmela passare, e tutto quello che è venuto dopo sono sicuro che arrivava da quell'esperienza lì. No, quello che ho provato stavolta è stato un senso di liberazione.

Ho capito che Eva era un gorgo, che prima mi ha attirato a sé, poi mi ha fatto girare sempre più veloce e alla fine mi ha colato a picco. Era la sua natura, mi ha usato per liberarsi del suo fidanzato e poi mi ha trasformato in quella stessa persona e si è liberata anche di me.

Non l'ha fatto consapevolmente, non è cattiva. È la sua natura, produce catastrofi. Spero solo che adesso che ha avuto una bambina riesca a essere più stabile. Lo spero per la bambina e anche un po' per lei, che io a quella ragazza lì ho voluto un mare di bene.

Io sono quello che ne è uscito a pezzi, come al solito non mi sono dato un limite, ho messo in gioco tutto quello che avevo senza chiedere niente in cambio. Avrei dovuto capirlo, e ad un certo punto ho avuto la possibilità di andarmene, ma mi sono fatto tirare dentro un'altra volta. Ne è valsa la pena, la seconda parte della nostra relazione è stata quella che mi ha regalato le emozioni maggiori, ma è anche quella che mi ha danneggiato.

Adesso mi sento ripulito, come se avessi messo a nudo le ossa e me le fossi scartavetrate prima di rimetterle dentro. Stasera tornerò a casa e mi sentirò un uomo fortunato, perché ho avuto una cosa bella, ma quando è andata via si è portata dietro anche i problemi di cui è fatta. Sono stato male, ma sono ancora vivo.

venerdì, novembre 25, 2022

La disorganizzazione di non accorgersi che il turno del pomeriggio di domani è scoperto. 
La malafede di non volersi accorgere che il turno di domani è scoperto per non dover rischiare di cambiare il proprio orario.
La testardaggine di non volere accettare un compromesso a costo di creare un problema più grande.

Ci siamo tutti qui dentro, tranne quello che giustamente oggi è in ferie. C'è il responsabile che è stato messo per tempo di fronte all'eventualità di questo problema (da me, peraltro) e se n'è disinteressato perché oggi tanto lui non ci sarà a doverselo smazzare; c'è il suo sostituto che si è trovato il casino fra le mani e ha dovuto cercare di risolverlo nel modo più sensato e meno dannoso per l'azienda; ci sono io che invece di starmene zitto e accettare e magari lamentarmi dopo col mio capo ho puntato i piedi e ne ho fatto una questione di principio; c'è la solita cretina che ha fatto finta di non sapere niente e all'ultimo momento ha fatto valere i suoi soliti privilegi, complicando la vita a tutti.

Poi io i piedi non li ho davvero puntati, ho fatto presente che c'era un accordo fra me e il capo, perché c'era, me ne sono preoccupato in tempo e mi sono parato il culo, e se oggi le cose si complicheranno spero che questa giustificazione basti a tenermi fuori dal casino. Perché il casino, se è un'azienda seria, ci sarà, visto che l'ufficio del responsabile del magazzino resta scoperto tutta la mattina, quando sarebbe più necessario, e magari qualcuno vorrà andare a vedere chi sono i responsabili.

Poi la cretina ha deciso di fare il turno di mattina, ma senza venire da me che quel turno lo coprivo già e chiedermi se la cosa mi sarebbe andata bene. Ha deciso di cambiarsi il turno e tutti gli altri avrebbero dovuto adeguarsi in silenzio. Se questa fosse un'azienda seria stamattina la prenderebbero per un'orecchio e le farebbero il culo, visto che questa situazione l'ha provocata lei. Lei e il capo che non ha fatto il capo per evitarsi il fastidio di doverci discutere.

Questa situazione in reparto dovrà essere risolta, perché porta problemi e basta: o si accetta che la cretina ha dei privilegi e si fa tutto in funzione sua o le si tolgono i privilegi e si lavora tutti meglio, non mi sembra che ci siano altre soluzioni.

giovedì, novembre 24, 2022

 Poi finisce che no, non me ne vado prima, mi faccio le mie otto ore canoniche, ma fra passarle facendo il solito pochino e passarle al caldo a guardarmi i mondiali ce ne corre. Oggi rientriamo alla normalità, e già rimpiango quel tempo passato a sperperare il denaro dell'azienda, mentre sperpero lo stesso denaro in un'altra attività altrettanto inutile e solo un po' meno oziosa.

Ho sonno, il turno di mattina richiede un tributo di energie per trascinarsi fin sul posto di lavoro che va ripagato non facendo un cazzo per il resto delle ore in presenza. Non è furto, è compensazione legittima.

mercoledì, novembre 23, 2022

 Giornata che inizia nel migliore dei modi, con un problema alla linea del freddo che impedisce ogni lavorazione e manda tutti a casa, ma prosegue immediatamente dopo con una bella inculata, perché il magazzino deve comunque restare a fare presenza, obbligandomi a stare da solo in azienda a non fare un cazzo. Vabbé, meglio che lavorare, ma avrei preferito dormire.

Alle sette dovrebbe arrivare l'idiota a darmi il cambio e soprattutto il responsabile a dirmi se devo rimanere anch'io o posso schiodare alla svelta.

venerdì, novembre 18, 2022

 Oggi Shasha ha comprato il biglietto per tornare in Cina. Starà via due mesi, che dopo tre anni senza vedere la famiglia sono perfino pochi, e non saremo insieme né per Natale né per il mio compleanno.
Non sarà facile, ma non è niente che non abbiamo già fatto molte altre volte, e un po' di lontananza ci farà bene anche stavolta. Poi diciamo sempre che stiamo insieme per caso, che quando tornerà ci lasceremo, e ogni volta finiamo più uniti di prima, quindi se stavolta credo che ci farà bene e che ci scopriremo ancora più innamorati è la volta che ci lasciamo.

Ogni volta penso al piano B, se dovessimo lasciarci lavoro in un posto dove c'è abbondanza di alternative, e certe volte ho la sensazione che se mi lasciassi trovare avrei di che divertirmi. Certe volte è una certezza, ma sarebbe più una disgrazia che un'opportunità, e faccio finta di non essermene accorto.

Poi sono pigro anche da un punto di vista sentimentale, e non mi ci vedo a sbattermi come una volta per avere compagnia, penso che in fondo sto meglio da solo e immagino che se dovessimo lasciarci mi lascerei invecchiare da solo, magari andrei più in giro per il mondo, ma non mi rimetterei con un'altra donna per ricominciare tutto da capo e imparare un'altra volta ad accettare dei compromessi.

Poi lo penso perché ho i piedi al caldo e lo stomaco pieno, ma da solo ci sto male e non lascerei passare una settimana prima di cercare una sostituta non troppo disgustosa che mi faccia sentire importante, e lo standard non sarebbe di certo alto come quello a cui mi sono abituato, mi accontenterei, sarei insoddisfatto, non sarei più capace di tirarmene fuori e finirei invischiato nell'ennesima relazione inappagante.

Sono un cazzo di insoddisfatto cronico, trapela anche da quel che scrivo qui sopra, ho sempre da lamentarmi anche quando le cose vanno benissimo. Oppure quando mi sento bene semplicemente non scrivo niente perché preferisco vivere che scrivere.

giovedì, novembre 17, 2022

 Lascio una nota qui, per il me stesso del futuro, per ricordargli che qualunque cosa sarà successa a lui è cominciata qui, nel bene e nel male.

Quando ho iniziato a scrivere questa nota, ore fa, l'ho fatto spinto dalla sensazione che si stessero muovendo delle cose qui intorno, che ci fossero dei tasselli che stavano andando a collocarsi in posti che se avessi voluto avrei potuto lanciare la palla di neve che genera la valanga che travolge il villaggio che ospita il G20 che riunisce tutti i presidenti più importanti e li uccide tutti e il mondo da quell'evento potrebbe trovare finalmente la pace che mancava, e invece scoppia la terza guerra mondiale e moriamo tutti e il me stesso del futuro muore prima di leggere questa nota e quindi sto scrivendo per nessuno in particolare, ma che comunque ne sarebbe valsa la pena perché quella cosa lì che mi sembrava di vedere succedere era eccitante e mi faceva voglia di prenderla con entusiasmo.

Poi mi ha scritto Marzia e mi ha detto che è morto Silvio, e mi è passata la voglia di ridere.

Perché era un caro amico, Silvio. Coraggioso, testardo, convinto di stare andando nella direzione giusta anche quando si ostinava a tifare per la Sampdoria. Nonostante questa devozione a un falso dio era una persona divertente, e divertita nonostante la malattia. Era positivo, è cresciuto sapendo di essere destinato a morire giovane, e non ha smesso di ridere. Gli hanno trapiantato i polmoni e regalato una seconda vita, e lui l'ha riempita con una moglie e una bambina, e la sua risata si è fatta più piena, ci ha creduto, ci si è buttato con la caparbietà di sempre. 

Poi gli è uscito un tumore, e in poco tempo se n'è andato, ma ancora aveva la forza di raccontare le sue disgrazie con un tono leggero. Io lo leggevo e vedevo ancora quel sorriso lì, e cazzo se lo stimavo quel suo coraggio. Pensavo che Silvio non lo ammazza nessuno, che gliel'avrebbe fatta vedere anche stavolta. Pensavo che prima o poi l'avrei incontrato di nuovo, con la barba lunga e la sfrontatezza di chi li ha fregati tutti. 

Io pensavo davvero che ce l'avrebbe fatta, e oggi quando ho ricevuto quel messaggio mi sono sentito come se mi avessero messo un aspirapolvere sulla pancia e mi avessero succhiato via tutta la forza vitale. E non riesco a raccontare come mi sento, perché anche solo dire che sono triste è una mancanza di rispetto a un uomo come lui, che si è preso ogni tegola senza lamentarsi e senza perdere la voglia di migliorare e di aiutare gli altri. Perché era anche un cazzo di cuore d'oro, Silvio, faceva volontariato, si sbatteva per gli altri quando persone più fortunate di lui si sarebbero sedute reclamando attenzioni e si sarebbero chiuse nel loro egoismo.
Io non ce la faccio a parlare di me di fronte a una persona così, tuttalpiù posso dire che prenderò esempio e cercherò di essere migliore, di lamentarmi meno, di pensare di più al prossimo. Credo che sarebbe il modo migliore per onorare la sua memoria, oltre naturalmente a bestemmiare fortissimo Dio, cosa che lui ha sempre fatto con grande senso del dovere, perché se Dio esiste deve sentirsi responsabile per tutti i casini in cui l'ha sempre messo.

giovedì, novembre 03, 2022

 Il pessimo rapporto che ha questa società con la tecnologia basterebbe da solo a spiegare la quantità pazzesca di gente che esce di testa? No perché io sono due o tre giorni che ho problemi ad accedere al mio profilo su instagram e mi sento più nervoso del solito, e oggi ho dovuto litigare con google per creare un account a mia mamma e quando sono tornato a casa volevo uccidere qualcuno a caso. No, non è vero, volevo uccidere mia mamma che si riempie il telefono e la casella di posta della peggior merda raccattata online, ma dopo quella faccenda di Novi Ligure il marricidio non fa più tanto notizia, e siccome è meglio non reprimere i bisogni perché poi viene la colite, mi sarei fatto andare bene uccidere il primo che passava per strada. Oltretutto c'erano buone possibilità che il primo che passava fosse la vicina di mia madre, la gattara pazza che ride sempre e non ti saluta mai, punteggio massimo.

Però da quando ci hanno chiusi in casa per il covid mi sembra che siano in troppi a non riuscire più ad accedere al loro profilo instagram, o ad aver dovuto creare un account alla propria madre, e ogni giorno c'è qualcuno che spara per la strada, occupa un Campidoglio, o invade un Paese straniero. Ma cosa cazzo sta succedendo?

Senza andare a guardare in casa degli altri, soprattutto negli Stati Uniti dove i pazzi pericolosi ci sono da quando è stata colonizzata, in Italia abbiamo eletto il governo più di destra che si sia mai visto da quando hanno appeso il pelato a testa in giù, e ogni giorno ci confrontiamo con dei livelli di incapacità tali che Toninelli dei Cinquestelle sembra Giolitti, con in più una passione ostentata per il manganello. E questa gente è stata votata, ci sono state persone che hanno deciso che per loro un nazista non è una figura negativa, che personaggi che si sono resi ridicoli per vent'anni possono tornare a coprire incarichi istituzionali. Questa cosa la trovo incredibile, la destra ha preso gli stessi voti delle elezioni precedenti, solo divisi diversamente fra i partiti della coalizione: è come dire "questo ha fatto schifo e non lo voto più, perciò voto quest'altro che fa solo un po' meno schifo, o quest'altro ancora che fa più schifo di tutti ma sono passati tanti anni dall'ultima volta che ha fatto schifo e si è ripulito". Ci sono persone per cui questi politici sono degni della loro fiducia.

Ieri a Genova un tizio ha tirato con l'arco dalla finestra contro due uomini e ne ha ammazzato uno. Lui era genovese, loro sudamericani. Magari le cose non sono collegate, ma due anni fa, appena si è instaurato il governo di destra con la Lega a guidare la maggioranza, Luca Traini è uscito di casa a sparare a tutti i neri che incontrava. 
Magari non sono collegate davvero, i neri in Italia vengono ammazzati anche sotto governi di centrosinistra, come se esistesse davvero una cosa come un governo di centrosinistra, ma questa è una divagazione.

La gente sta scrollando sempre più forte, l'equilibrio che abbiamo vissuto in Europa negli ultimi ottant'anni è sempre più fragile, il pianeta si sta scaldando sempre più velocemente e mi sa tanto che non passeranno cinque anni prima che cominceremo a spararci addosso per un po' d'acqua, se non ci saremo già ammazzati prima in una guerra civile.

Forse dovrei cominciare a valutare l'idea di trasferirmi in uno stato ricco, con un buon sistema di governo, un clima molto freddo e poche persone intorno. Chissà se cercano magazzinieri a Tromsø.

mercoledì, ottobre 26, 2022

 Poi c'è la figura del secondo cuoco, questo personaggio a metà fra Alfaalfa delle Simpatiche Canaglie e Rambo, dove del primo esprime sia il fisico che la personalità, ma si crede il secondo e ha il cervello come lo spazio vuoto fra i due personaggi, e tutti i giorni mi si pianta in ufficio fra le scapole e mi monopolizza sia il lavoro che l'assenza di esso, mi invade i minuti, mi obbliga a occuparmi di tutte le sue fisime e aggiustare i conti che sbaglia e aggiungere prodotti alle sue ricette e togliere quelli che mi ha fatto aggiungere prima perché è venuto fuori che non andavano bene e correggere e spiegargli come si fa e correggere di nuovo. Aggiungo brodi e tolgo brodi come se fossero petali di una margherita mamanommama, sono il dai-la-cera-togli-la-cera di una versione aziendale di Karate Kid. 

Ma io ho male alla schiena in questi giorni, forse il mio corpo ha realizzato di colpo di avere superato i 50, e queste menate mi stancano, e quando lo vedo fingo di essere qualcun altro e gli parlo in tedesco. Per lui è sufficiente e se ne va, confuso. Peraltro non è nemmeno tedesco, non me lo ricordo più il tedesco, mi limito ad aggiungere una enne in fondo come nei fumetti delle Sturmtruppen, lui lo interpreta come tedesco e se ne va.

mercoledì, agosto 24, 2022

 Questa settimana è una di quelle settimane che ti si aggrovigliano ai piedi e non importa quanto scrolli e salti e scalci, non te ne liberi fino a venerdì all'una. Che per come percepisco lo scorrere del tempo equivale a due giorni fa: ho iniziato lunedì, poi è stato mercoledì, oggi e domani sono giovedì e dopodomani sarà finalmente venerdì. 

Per quello non passa, perché oggi è giovedì mattina, mentre ieri doveva essere qualcosa come mercoledì pomeriggio. Domani sarà giovedì pomeriggio, una lunghissima giornata lavorativa di sedici ore. È tutta la settimana che faccio giornate da sedici ore, tranne giusto lunedì che ne ho fatta una da otto, però noiosa.

Il fatto di avere due mucche che mi pascolano per casa non aiuta. Quando faccio il mattino vorrei evitare di avere ospiti, ho dei ritmi che poco si abbinano con la buona educazione, e quando mi alzo alle tre e mezza vorrei perlomeno sedermi a tavola e fare colazione in pace, ma se c'è gente nell'altra stanza non posso.

Mi consolo pensando che questo mese, anche se ho già speso un mucchio di soldi, dovrei riuscire comunque ad arrivare alla fine senza pescare dal fondo vacanze.

Si nota come non ho veramente un cazzo da raccontare quando le cose vanno abbastanza bene?

Ho regalato la Yaris a una tizia che mi manda quaranta vocali al giorno, che io sistematicamente non ascolto, ma questo non sembra preoccuparla. Ho preso la Punto di mio padre, che va benissimo. Ho preso anche un biglietto per la Scozia, ma non ho rinnovato il passaporto, quindi potrebbe essere che in Scozia alla fine non ci vado, ed è la preoccupazione più grossa che ho oggi. E anche quella di mio padre, che il biglietto per la Scozia ha deciso di prenderselo anche lui, cosa che peraltro rappresenta la mia seconda preoccupazione in termini di grandezza. Perché dieci giorni insieme a mio padre potrebbe essere una festa per le mie risorse finanziarie, ma anche un incubo per il mio bisogno di staccare da tutto e andarmene in giro. Avevo bisogno di stare da solo in un posto freddo, piovoso e con un sacco di vento, e le Orcadi mi sembravano abbastanza remote e inospitali per svolgere bene questo compito, ma se mi devo portare dietro mio padre e stare attento a quello che dico per non finire a litigare la vacanza diventa un esercizio di pazienza che non so se varrà la sua contropartita economica. 

O forse mi piace lamentarmi.

mercoledì, agosto 17, 2022

 La nosta relazione si fonda su una bolla, leggera, fragile, bellissima. Ma basta che la tocchi troppo forte e va in pezzi. Certe volte basta che la guardi e la vedi che sta per scoppiare. Poi non scoppia mai, ma ogni volta manca pochissimo, ogni volta ci diciamo che così non può andare avanti, che siamo stanchi, che non c'è più niente da fare, che lei è infelice, io sono infelice, nessuno sta bene, e invece andiamo avanti ancora un po'.

Ancora un po' è la soluzione. Non risolvere i problemi, non cercare di capire cosa non funziona, no. Ancora un po'. Fino a domani, fino all'anno prossimo, finché non troviamo un lavoro migliore. E intanto continuiamo a rigirare lo stesso malessere come un cuscino sudato, sfruttando quel poco benessere passeggero finché non si esaurisce nella prossima crisi.

E ogni volta io porto l'asticella un po' più in là, le dico che sono stanco, che fa solo scena, e poi andiamo avanti come niente. Tanto sono solo parole, è davvero solo scena, fino al momento in cui non lo sarà più. Se verrà.

domenica, agosto 14, 2022

 Che poi le cose, come sempre, ti presentano un'anteprima di come sarebbe se, e poi succedono davvero. E infatti stasera ho incontrato Paola. Seduta a un tavolino a parlare con qualcuno, guardava oltre le sue spalle e mi ha visto. Io camminavo con gli occhi sullo scontrino del ristorante, facevo i conti, ho alzato un attimo gli occhi e l'ho vista. Non mi sono soffermato a guardarla, ho continuato a camminare e in un attimo è sparita dal mio spettro visivo. Dopo un po' ho detto a Shasha cos'era successo, quando eravamo abbastanza lontani da non rischiare che tornasse indietro a guardarla e mi facesse fare una figura di merda 

Perché adesso la lezione l'ho imparata, quando te ne vai non ti volti indietro. Ho letto Orfeo ed Euridice in ogni versione e questa cosa mi è sempre sfuggita, mi sono sempre soffermato sul concetto di cambiamento, e mai su quello di andarsene senza voltarsi altrimenti hai perso. E sì che è spiegato in maniera piuttosto didascalica. Ti volti e te ne vai, quando hai chiuso hai chiuso e basta.

E infatti il resto della serata è passato molto bene, e a Paola non ho più pensato. In compenso ho pensato un sacco alla Scozia, ma questo merita un post a parte, e quando lo scriverò spero di non doverci mettere tutte le bestemmie che sto tirando ogni volta che mi viene in mente.

venerdì, agosto 12, 2022

 Mentre nel mondo succedono cose importanti, tipo che non riesco più a dormire otto ore filate senza svegliarmi o essere svegliato, la giornata comincia sullo strascico delle bestemmie con cui si è conclusa la precedente.

Giornata semi regalata al lavoro, dove un geyser generatosi presso la stazione di Bolzaneto ha privato l'azienda per cui lavoro dell'acqua necessaria al suo sostentamento quotidiano. Il risultato sono state otto ore e mezza ad aspettare che qualcuno si decidesse a mandarci a casa. Non sono molti i posti di lavoro a quattordici mensilità in cui puoi passare il tempo leggendo fumetti.

Adesso un lettore più attento potrebbe chiedersi il perché delle bestemmie, se la giornata lavorativa è stata così rilassata. 

Intanto perché una volta tornato a casa sono stato coinvolto in un'opera mastodontica di pulizie e disinfestazione che mi ha privato di praticamente tutto il mio tempo libero, facendomi arrivare alle sette di sera con la forza muscolare di un fazzoletto di carta di quelli economici, e soprattutto perché la band che dovevo andare a vedere a settembre a Zagabria e per cui avevo organizzato una settimana di vacanza in Croazia, ha annullato le date europee, lasciandomi a vagare una settimana in un Paese di cui mi frega fondamentalmente poco.

Insomma, bestemmie a pioggia per tutto il pomeriggio e sera.

mercoledì, agosto 10, 2022

 Boh, si vede che siamo nella fase ascendente, o forse stiamo diventando grandi, ma le cose sembrano andare per il verso giusto, più o meno, al netto di depressioni che temo siano parte del processo di naturalizzazione che ha deciso di compiere trasferendosi in Italia. Non andiamo a rimestare la merda col bacchetto, come dicono i francesi, e proseguiamo.

Stamattina l'autostrada era chiusa, la partenza anticipata e l'orario di lavoro prossimo all'eternità, che è anche il tempo con cui si misura il funzionamento della stampante in ufficio, peraltro: per far uscire un foglio ci vogliono due eternità e mezza.

Ho preso il primo caffè della macchinetta aziendale, cosa da non fare mai. Il primo caffè della macchinetta non è caffè, è il tributo a un demone pagano, è come il ponte costruito dal diavolo che in cambio si prende l'anima del primo che ci passa sopra. E infatti sa di dannazione.

Ho preso anche un croissant Melegatti dalla macchinetta degli snacks. Melegatti è l'azienda che a Natale vende i panettoni, dovrebbe essere esperta di dolci lievitati con tanto burro, ma si vede che i croissants della macchinetta degli snacks li ha appaltati a un'azienda che produce bitume, sennò non si spiega.

Oggi devo lavorare dalle 4.30 alle 13.30, ma forse il collega che deve darmi il cambio entra alle 14.00 per questioni familiari. Se voglio sopravvivere a questa giornata credo che dovrò mettermi a lavorare in modalità stampante dell'ufficio.

Però quando torno a casa con gli occhi di uno che ha solo bisogno di dormire andiamo al supermercato a fare la spesona, quindi se voglio dormire forse mi conviene fare un incidente in macchina e farmi portare all'ospedale d'urgenza. Tolto il tempo necessario all'ambulanza per arrivare, caricarmi e portarmi in ospedale, e quello che occorre ai medici per prestarmi le prime cure, conto di trovarmi in un letto di corsia prima delle tre e mezza. E non dovrei andare a lavorare per il resto della settimana!

lunedì, agosto 08, 2022

 La sensazione è che oggi il ritorno a casa di Shasha non darà nuovo slancio alla nostra relazione, ma la seppellirà. In queste due settimane lontani abbiamo provato come si sta a fare quello che ci riesce meglio: io a prendermi cura di una famiglia composta solo da me e dai miei animali, lei a spendere i soldi degli altri senza preoccuparsi di niente, e adesso non sarà facile tornare nei ruoli di prima. 

Cioè, per me in realtà sarebbe anche meglio, dato che torna a casa la donna di cui sono innamorato e possiamo tornare a fare cose insieme, ma lei torna in un posto che non ha niente da offrirle, lontano dai suoi amici e con un carico di responsabilità di cui farebbe tranquillamente a meno.

È il suo grosso problema, sempre lo stesso, ed è quello che finirà per spaccare questa relazione, ne sono sempre più convinto. Shasha vuole una bella vita, ma non vuole assumersi le responsabilità che questa vita richiede: vuole spendere dei soldi che non guadagna, vuole una casa di cui non si prende granché cura e vuole un compagno che si possa tranquillamente spegnere quando ha altro a cui pensare.

Io, da parte mia, voglio una persona che pensi come me, ed è impossibile trovarne una. Ho molta paura delle responsabilità e ne vorrei meno, ho paura di restare senza soldi e sto con una persona che ne spende troppi per cose che reputo superflue. Faccio fatica a entrare nel suo modo di pensare, fatico ad accettare i suoi problemi nel vivere lontano da casa, non capisco che ha comunque trent'anni e pretendo che sappia già ragionare come una di cinquanta. Ma trent'anni non sono pochi, se vivesse ancora in Cina avrebbe già un figlio a trent'anni, e sarebbe già rinchiusa in una gabbia di responsabilità parecchio grossa. Con me è libera di fare quello che vuole, non è una brutta vita. Solo che quello che vorrebbe è stare vicino alla sua famiglia e ai suoi amici, avere un lavoro che le piace e le permette di fare la bella vita, e qui non ha niente di tutto questo. I suoi amici sono lontani, la famiglia ancora di più, e gli unici lavori che riesce a trovare, con molta fatica, sono lavori da poco. Il fatto è che l'unico posto in cui potrebbe essere la persona che vuole essere è la Cina, ma stare là significa rinunciare a una qualità della vita mediamente più alta.

In pratica lei vorrebbe un'alta qualità di vita in un posto dove se ne può permettere una mediocre, e la differenza fra i due standard la fa pagare agli altri; io vorrei migliorare la qualità della mia vita condividendola con qualcuno, ma se da un lato ho risolto dei problemi che per me erano importanti, dall'altro ne ho trovati di nuovi, e comincio a sospettare che questi ultimi siano più gravi di quelli che se ne sono andati.

Tutto sta a valutare quali sono le nostre priorità, nella nostra scala di valori. Io preferisco avere una compagna o qualche soldo in più? Lei preferisce avere un compagno o una bella vita? Siamo tutti e due legati a questo dubbio, e il non sapere decidere è quello che ci tiene insieme. Per quello funzionava quando eravamo lontani, perché avevamo l'amore che volevamo senza dover rinunciare a nient'altro.

Risolvere questa situazione non sarà facile, soprattutto per lei. A me servirebbe che si trovasse un lavoro, o almeno che mettesse in casa i soldi che le passa la famiglia, e che si spende per la gran parte in vestiti e cosmetici. Vorrei che si assumesse la sua parte di responsabilità, cosa che si traduce in condividere i suoi soldi come io condivido i miei, prendere delle decisioni mettendo anche me nel conto. Non è poco, ma non è neanche fantascienza, è la base per qualunque coppia che decide di vivere insieme, ragionare come coppia invece che come singole entità. Se non riesci a fare neanche questo non puoi chiedere a qualcuno di condividere la sua vita con te. La parola condividere esprime già il concetto. Sennò vivi da sola. E sto cominciando a pensare che forse sarebbe meglio per tutti e due se vivesse da sola. Allora sì che i soldi della sua famiglia sarebbero solo i suoi, ma non so quanto sarebbe libera di spenderseli se dovesse tirarci fuori anche un affitto e la spesa e le bollette. A quel punto non so se la sua famiglia sarebbe disposta a mandargliene di più o se la richiamerebbe a casa. Sempre che ci potesse tornare, a casa, peraltro.

Quello che servirebbe a lei, per farla contenta, non è neanche da discutere, perché è irrealizzabile. Shasha ha sempre vissuto al di sopra delle proprie possibilità, non ha mai dovuto rinunciare a niente, "what Shasha wants Shasha gets" è una delle prime cose che mi ha raccontato di sé, e con queste premesse non è facile costruire una relazione, soprattutto se queste premesse sono la regola su cui lei continua a basare la propria esistenza. Deve crescere, solo quello. Deve capire che non è da sola, e da questa nuova condizione costruire il resto della sua vita. Significa rinunciare a qualcosa, ma anche ottenere qualcosa che sia reale e non una condizione che funziona solo finché c'è qualcuno che te lo permette. Significa vivere una vita di cui sei tu il padrone, e non qualcun altro. Se oggi ci lasciamo lei è nella merda, non ha più niente. Non ha una casa, non ha la possibilità di tornare dalla sua famiglia, non ha amici a cui chiedere aiuto, non ha probabilmente neanche i suoi amati animali, neanche il cane, perché dove se lo porta? Shasha oggi dipende da me per quasi tutto quello che ha, e dalla sua famiglia per il resto. La sua indipendenza oggi è zero. Ma come fa a vivere così? Io sto male per lei per questa cosa, lei neanche ci pensa, la dà per scontata, è come ha sempre vissuto. Anche a Pechino, con lo stipendio più che buono che guadagnava, senza l'aiuto costante della sua famiglia non sarebbe arrivata alla fine del mese.

Ci sta lavorando, sta studiando per ottenere una seconda laurea, e poi trovare un buon lavoro. La lascio fare, mi fido di lei, è capace e sono sicuro che ci riuscirà. Accetto molti dei sacrifici che faccio perché penso che le cose prima o poi miglioreranno, ma certi problemi non dipendono da una situazione momentanea, sono parte della sua personalità, e se non risolviamo quelli non andiamo da nessuna parte.

mercoledì, agosto 03, 2022

 Giornata pesantona quando esci di casa con un caffè in corpo e arrivi al lavoro che ti senti ancora a letto e tutti ti devono chiedere cose perché è una giornata appunto pesantona anche per loro e tu sei l'incaricato a dare tutte le risposte del caso, solo che un caffè non bastava per alzarsi dal letto e l'unica risposta che riesci a dare è eh? e loro giustamente si aspettavano da te qualche informazione in più e se ne vanno seccati.

Giornata piattona quando torno a casa e ci siamo solo io e i gatti e l'unico impegno che ho è andare a prendere Pepe e dare la pastiglia alla gatta stasera, e come me lo faccio passare tutto quel tempo in mezzo, non ho neanche più voglia di giocare ai videogiochi, ci vuole qualcosa, del sesso, una scossa, ci vorrebbe che tornassi a casa, che due settimane sono pochissime rispetto a quei quattro mesi che passavamo senza poterci vedere, ma tantissime quando devi farle passare, madonna se mi manchi.

lunedì, agosto 01, 2022

Mi sono messo a sfogliare le pagine instagram suggerite dall'app, uno di quegli esercizi pigri che svolgo per passare il tempo all'ufficio traffico, e sono finito su quella del Gruppo Limpido, la scuola di teatro a cui ho partecipato pochissimo molto tempo fa. Non ci trovavamo, il loro linguaggio, l'atmosfera, le persone, erano qualcosa troppo lontano dal mio modo di intendere il teatro. Sono troppo complicati, non capisco quello che sto facendo e mi perdo. Probabilmente a lavorare con loro e a entrare nella loro ottica finirei per ricevere una preparazione più completa, diventerei più malleabile al personaggio che mi si chiede di interpretare, ma oh, io non ho fatto teatro per diventare Gassman, l'ho fatto per divertirmi, impegnarmi in qualcosa di creativo, conoscere gente e scopare. E sono riuscito a ottenere tutte e quattro le cose, perciò bene così.

Una cosa che ammiro del lavoro dei Limpidi, però, è la capacità di sperimentare. La ricerca continua di qualcosa, come se avessero, Raffaella e Andrea, un tarlo costante che li sta mangiando dentro, e invece di morire in un angolo e buttarsi via usassero quel tarlo per scavarsi dentro e vedere di cosa sono fatti. Io questa passione gliela invidio, vorrei averla per le cose che scrivo. Vorrei prima di tutto avere voglia di scrivere, e non è proprio nelle mie corde, non lo è mai stato. Io scrivo, da sempre, solo quando ho qualcosa che mi pesa tenermi dentro, il resto del tempo faccio altro. E poi non so neanche da dove cominciare a sperimentare altri modi di esprimermi, mi faccio poche domande, non cerco troppo dentro di me, mi accontento di quello che ho fra le mani. Come in tutto quello che faccio, d'altronde. Non sudo, sudare mi fa puzzare e mi mette a disagio, e non voglio essere a disagio, mi mette a disagio.

Un'altra cosa saltata fuori dalle foto dei Limpidi è Paola. Un po' più vecchia, un po' più grossa, ma sempre con quelle sue espressioni del viso che quando le ho riviste mi hanno fatto provare una fitta di qualcosa che mi sarei aspettato essere nostalgia, non certo fastidio. Perché è quello che ho provato, fastidio. Per le sue facce sofferenti, le smorfie di quando stavamo insieme e non le andava bene qualcosa, e moriva dentro. Moriva sempre dentro, Paola. È stata la donna più endomorente che abbia mai frequentato, ogni volta che si muoveva secerneva tragedie. E ho rivisto tutto nelle sue foto dello scorso giugno, durante il Limpido Festival, in cui ha portato in scena qualcuna delle sue sciagure.
Poi, magari, se avesse dovuto interpretare un personaggio allegro, magari mi avrebbe lasciato una sensazione diversa, magari non avrei rivissuto tutto il catalogo di bitumi che mi sentivo appiccicati addosso quando stavamo insieme, belli neri e bollenti. Magari avrei provato tutte le altre emozioni, quelle in cui sono sguazzato a lungo, con lo stesso rapporto che intercorre fra un'oliva e il bidone di salamoia, e che adesso mi chiedo se erano vere o solo una proiezione distorta del rancore che mi scalciava nella pancia come quando partorisci un feto di quarantacinque anni o una squadra di calcio completa delle riserve. Sono stato innamorato, deluso, arrabbiato, di nuovo innamorato, tradito, furioso, innamorato, ingrifato, comprensivo, rancoroso, vendicativo, empatico, tossico, ossessivo, distaccato, egoista e pronto a ricominciare tutto da capo come se non fosse successo niente, e questa gamma di emozioni l'ho provata tutta insieme, condensata in un giro di orologio, per ogni ora in cui siamo stati separati. 
Col tempo si è smorzata, ma la malinconia per questa persona che mi ha fatto provare delle emozioni tanto intense non è mai sparita del tutto, e mi sono chiesto un sacco di volte che fine avesse fatto e cos'avrei provato a ritrovarmela davanti.

Oggi l'ho scoperto: niente. Ma neanche niente, un vago fastidio. La sorpresa, un po' di gioia per saperla ancora viva e ancora così simile alla ragazza che ho, forse, amato, che io quella roba là non lo so mica cosa fosse. L'inerzia che mi ha spinto così avanti nel tempo agganciato al suo ricordo dev'essere stata la cosa che mi ha fatto sorridere alla prima foto, ma già alla seconda ho sentito una cosa più vicina a quando ti svegli di notte e non hai digerito. Alla terza avevo la stessa espressione di quando scorro il catalogo di Netflix per decidere cosa guardare e sono già le nove e mezza. Dentro tutta l'esplosione di colori che mi ha acceso la sorpresa si è sbiadita, è passata a una tonalità pastello, è impallidita immagine dopo immagine, alla fine è rimasto solo il contorno di un'emozione, e senza neanche i numerini a indicare con quale colore riportarla alla vivacità iniziale. Che tanto i pastelli non li ho, perciò anche dei numerini me ne sarei fatto poco, ma comunque.

Resta la voglia di mettermi a scrivere cose diverse, la spinta a cercare dentro di me qualcosa che non conosco e provare a dargli una forma, ma anche solo scrivere per il piacere di scrivere, che poi è il motivo per cui ogni tanto curo questo blog, per spremermi un po' la testa senza faticare a imbastire una trama, impegnarmi poco e ottenere qualcosa di piacevole, che poi è l'essenza di quello che sono, in pratica.

venerdì, luglio 08, 2022

 Madonna che poca voglia di lavorare quando è venerdì mattina e hai dormito pochissimo perché gli ospiti svedesi che viaggiano da soli col cane amano chiacchierare fino a ben oltre il tuo orario consentito e soprattutto amano chiacchierare bevendo, cosa a cui non ti riesce proprio di sottrarti, maledetta socialità.

L'ambiente al lavoro ha subito una scossa verso il basso quando ho deciso di seguire la pancia invece della testa e ho reagito male a una delle tante scorrettezze nei miei confronti da parte della disagiata, passando immediatamente dalla parte del torto. L'aspetto positivo è che finalmente ci siamo detti in faccia che ci detestiamo, e questo forse potrebbe cambiare le cose. Se in bene o in male è ancora da stabilire. Onestamente spero che il rapporto migliori, la guerra al lavoro è un fastidio che mi evito volentieri, e di mio non avrei niente contro di lei, è solo una povera cretina complessata, se la smettesse di cercare di fregarmi non avrei il minimo problema ad andarci d'accordo. Ma così è come tenersi una vipera in tasca, chi me lo fa fare?

Soprattutto ho bisogno di ferie, di dormire e di Shasha, non necessariamente in quest'ordine.

venerdì, luglio 01, 2022

 Poi no, probabilmente è l'algoritmo, perché a mettere dei like sulle foto giuste gli ho insegnato quali sono le mie preferenze e adesso, lentamente, mi propone ragazze diverse dagli standard di prima. Sempre poche in mezzo alla quantità smodata di capello lungo biondo e costume da bagno, ma adesso qualcosa si comincia a vedere.

C'era un'altra considerazione che non avevo espresso nel post precedente, su cui volevo soffermarmi, ma nel frattempo anche questa sta invecchiando male grazie alla nuova tendenza dell'algoritmo di Instagram: mi ero fatto l'idea che le modelle italiane presenti sulla piattaforma fossero legate a un'estetica vecchia e neanche troppo raffinata. A dirla tutta mi ero convinto che le modelle italiane sembrassero uscite tutte da un porno italiano degli anni '90, quando il maschio alfa era Rocco Siffredi e le sue partner avevano tutte i labbroni in silicone, le tette di gomma, le unghie chilometriche e si spalmavano palate di fondotinta. Il patinato volgare del porno italiano aveva creato un genere a parte in quel genere di industria, e non stupirebbe che i fotografi di oggi lo prendano a esempio, magari senza rendersene conto. Perché tutti, fotografi e modelle, sono venuti fuori dall'immaginario creato dalla televisione di quegli anni, che erano gli anni del Berlusconismo, della sessualizzazione di ogni contesto. E oggi mi ero fatto l'idea che il risultato fossero tutte ste panterone con la bocca a culo di cane e il trucco pesante che ti guardano dalla foto che sembra che dicano roar. 

Poi hanno cominciato a uscire ragazze diverse, e va detto che l'età media sembra essersi abbassata di una decina di anni, e forse la ragione vera è quella. Ma queste sono diverse, più naturali, e di sicuro più gradevoli.

Vabbè, finisco il mio excursus sul fenomeno delle foto instagram e inizio a documentarmi su quello degli emuli di Pornhub, tanto oramai la strada è quella.

mercoledì, giugno 29, 2022

 Una cosa a cui mi sto appassionando in questi giorni è la funzione di ricerca su Instagram, quel tasto indicato dalla lente di ingrandimento che ti permette di inserire il nome di una persona, un'azienda, un luogo o un argomento e la piattaforma ti restituisce tutte le foto che trova attinenti alla tua richiesta. Cioè, questo è quello che succedeva una volta su qualunque pagina di ricerca di qualunque sito internet: infatti di solito non c'era neanche una pagina, e la finestrella con la lente si trovava da qualche parte in alto a destra. Credo fosse così anche per Instagram, almeno fino a quando qualcuno non ha pensato che per usare la funzione di ricerca non devi per forza voler cercare qualcosa, e ha creato una pagina in cui una mente artificiale analizza le tue ricerche recenti e ti suggerisce qualcosa che secondo lei potrebbe interessarti.

A me per esempio interessano i fumetti e l'architettura brutalista sovietica, perciò la pagina di ricerca di Instagram mi mostra un paio di palazzi di Praga, un paio di vignette di Batman e tonnellate di figa in costume da bagno. A un mio amico che ama i gattini e il Giappone mostra un paio di foto di Tokyo, un paio di foto di cuccioli che giocano coi gomitoli e tonnellate di figa in costume da bagno. Non so se una donna venga sepolta sotto quintali di foto di tizi palestrati in perizoma, l'unico campione a mia disposizione per una verifica è mia moglie, e lei cerca principalmente foto di costumi da bagno da donna.

Non sono certo qui a lamentarmi, eh. È sempre interessante approfondire i costumi degli popoli, specie quando sono indossati da belle ragazze poco più che ventenni. Inoltre questa sovraesposizione alle foto di fighe seminude mi ha fatto realizzare come esistano alcuni elementi comuni che legano in maniera trasversale le modelle di tutto il mondo, che siano professioniste o autodidatte, e mi sembra utile segnalarne alcuni.

La posizione.
La posizione nei ritratti è importante, manco a dirlo, e ha sempre seguito lo stile dell'epoca: i quadri a mezzobusto degli imperatori prussiani, coi baffoni che uscivano dalla cornice, o le statue delle matrone romane dolcemente accasciate sul triclinium, o le bocche a culo di cane di ragazze molto abbronzate nei selfie in spiaggia erano tutti uguali fra loro, ma cambiavano parecchio se paragonati agli stessi di due o trecento anni prima. I selfie delle ragazze, per esempio, trecento anni fa erano diversissimi.

Anche oggi si riscontrano dei canoni fissi: la foto di tre quarti con la schiena un po' incurvata per accentuare seno e fianchi, la testa inclinata in avanti coi capelli che mascherano eventuali asimmetrie, le mani in testa per tenere su le tette, o sui fianchi a sistemarsi il costume. Qualcuna cerca di assumere una posizione più naturale appoggiandosi a una parete, o maneggiando qualcosa, ma sono rare.

La pettinatura.
Non lo so se sia colpa dell'algoritmo che mi attribuisce una passione per le bionde coi capelli lunghi e la riga nel mezzo, ma a me se c'è una donna che mi affascina è proprio quella coi capelli corti e neri. Stando a quello che mi ritrovo sulla pagina mi sono convinto di essere l'unico al mondo ad avere questi gusti bizzarri: dal Sudamerica all'Estremo Oriente, sembra che il mondo sia popolato solo da ragazze fra i venti e i ventisette dai corpi perfetti e i capelli lunghi fin oltre le spalle. Non ho problemi a credere che le ragazze truccate e mezze nude in spiaggia ottengano più riscontri positivi, e di conseguenza più visibilità, di quelle struccate che si fanno le foto in tuta davanti ai bidoni della spazzatura, ma perché solo quelle coi capelli lunghi? A parità di corpi scolpiti e sfondi da cartolina dovrebbero avere la stessa possibilità di finirmi davanti agli occhi sia le une che le altre, eppure non è così. 

Ho capito che la pagina di ricerca funziona diversamente da quella personale: se apri una delle foto in anteprima e scorri verso il basso non vedi le anteprime successive, ma foto inedite di altri soggetti appartenenti a quella stessa categoria: se apro la foto di una ragazza coreana scorrerò infinite immagini di ragazze dagli occhi a mandorla, se ne apro una di una ragazza dai capelli rossi vedrò solo ragazze dai capelli rossi. Se apro la foto di un palazzone squadrato di Minsk vedrò un paio di altri esempi di brutalismo e una quantità infinita di ragazze di ogni etnia, tutte mezze nude e con le tette grosse.

Tuttavia, se apro la foto di una ragazza coi capelli corti e neri questa regola non viene applicata, e la massima concessione al mio gusto sarà un numero leggermente maggiore di ragazze coi capelli neri, ma sempre lunghi oltre le spalle e con la riga nel mezzo. Boh.

L'outfit.
Sarà che questa scoperta l'ho fatta d'estate, e di conseguenza le foto in costume sono la maggior parte, ma anche questa giustificazione non regge, dato che le foto arrivano da ogni latitudine: non credo che a Sydney, con 12 gradi, una abbia tanta voglia di mettersi in giardino a culo di fuori. Allora sarà di nuovo colpa dell'algoritmo, ma se scelgo foto di ragazze vestite non ricevo solo quelle, la percentuale di pelle visibile rimane altissima.

mercoledì, giugno 22, 2022

 Ciao me stesso del futuro, mi sono di nuovo preso il covid. Oh, lo sapevo che sarebbe potuto succedere, sia mia sorella che suo marito l'hanno preso due volte, all'inizio e alla fine della pandemia. Io sono stato fortunato, la prima volta ho solo avuto un forte mal di gola, stavolta sono positivo asintomatico, non ho niente di più del solito raffreddore estivo. Sento anche i gusti, perciò mi sto godendo questa settimana extra di vacanza al mio meglio. Con la scusa del cane esco anche, e siccome non possiamo andare in giro a fare cose, perché siamo comunque in quarantena, non ho altro da fare che stare a casa a cazzeggiare. Un sogno diventato realtà, praticamente.

Dobbiamo essercelo preso al concerto dei Green Day, di tutti i posti è decisamente il più probabile, ma magari poi ce l'ha attaccato qualcuno al panificio il giorno dopo, che ne sai. Ma diciamo che il concerto resta l'ipotesi più ovvia. 

Concerto che mi ha lasciato scettico per una serie di ragioni: l'organizzazione è la stessa di Firenze Rocks, coi gettoni per comprare da bere che vorresti ficcarglieli dove solo un proctologo potrebbe ritrovarli; i Green Day mi hanno reso palese perché ai tempi non me li fossi mai cagati, sono dei riccastri scemi che giocano alla punk band, sono i Jovanotti del punk rock. Molto più autentico il gruppo che ha aperto il concerto, una band giovane, australiana, con una cantante che, nella migliore tradizione del punk, non sapeva cantare. Tutta un'altra storia per i Weezer, che se in studio non mi avevano detto niente, dal vivo si sono rivelati una bomba, con i bassi che picchiavano e il cantante che ci ha conquistato tutti giocando a fare il giovane italiano: "Bella raga, come state, ci sto dentro", tutto recitato fuori intenzione, in parodia. E tutta l'esibizione ha mantenuto lo stesso registro, era una band con le palle che suonava bene e sapeva tenere il palco, ma giocava a fare la boyband. Poi hanno fatto una cover di Enter Sandman e una di Africa dei Toto e hanno ottenuto più applausi che coi loro pezzi, ma i loro pezzi sono fighi, dopo che li ho riascoltati. Potrebbero diventare la mia nuova band preferita.

Ma c'è da dire che a settembre andrò a vedere la reunion dei miei Beatles personali, quindi dopo quell'evento potrebbe cambiare tutto nei miei gusti musicali, chissà.

Eh sì, vado da solo fino a Zagabria a vedere i Rage Against The Machine, soddisfo uno dei miei desideri da bucket list, come li chiama Shasha, e nello stesso tempo appago quel bisogno di uscire dalla mia comfort zone che dopo Praga è rimasto per forza di cose un po' inascoltato.

Una settimana nei Balcani, arrivo e ripartenza da Zagabria, ma con la scommessa di andare fino a Sarajevo. Cose da vedere forse poche, ma un bel po' di avventura per la mia disabitudine alla medesima.

Shasha riderebbe di questa mia remora a viaggiare da solo, lei che si è girata mezzo mondo e ad un certo punto ha mollato tutto quello che aveva per venire a Ronco, ma per me è difficile.

martedì, giugno 14, 2022

 Ciao me stesso del futuro, è il 14 giugno e domani vado a Milano a vedere i Green Day. Perché mi piacciono i Green Day, dici? Non esattamente, più che altro perché mi piace una che le piacciono i Green Day. Non so se quando leggerai questo messaggio ti piacerà ancora questa tizia, il nostro rapporto è un po' basato sulla mia pazienza, e con gli anni mi sto rendendo conto di stare diventando come mio padre: incline a perderla. Inoltre è anche basato sulla sua rassegnazione a stare con un anziano, e se per adesso non lo sono ancora granché, la mia situazione col tempo non farà che peggiorare. 

Ma questo tu dovresti saperlo già, si presume che tu in questa situazione di anzianezza ci stia molto più di me, sempre che nel frattempo tu non sia morto, ma allora starei scrivendo queste lettere a nessuno, e sarebbe seccante. Oltre alla consapevolezza di dover morire, che puoi raccontarti che è naturale e va accettato, ma sappiamo tutti che sotto sotto ti gira il cazzo, perché per quanto brutta e difficile, questa vita è comunque meglio di quel che ci aspetta dall'altra parte.

Anche perché lo sappiamo cosa ci aspetta dall'altra parte, lasciamo perdere tutte le menate religiose e letterarie, atteniamoci alla verità scientifica, che per quanto priva di verifiche resta l'ipotesi più plausibile: non c'è un'altra parte, si spegne la luce e smettiamo di esistere. E se smetti di esistere non è bello o brutto, semplicemente non è. Non so te che ci sei molto più vicino di me, ma io questo pensiero lo trovo confortante. Una volta uno che non mi ricordo come si chiamava ha detto che finché ci siamo noi la morte non esiste, e quando arriva lei noi non ci siamo più, perciò abbiamo paura di qualcosa che non incontreremo mai.

Resta da sperare di non incontrare neanche i suoi prodromi, Malattia e Sofferenza, perché quelli sì che fanno paura. Non credo ci sia niente di peggio che morire un po' alla volta sapendo che sta succedendo e non c'è possibilità di evitarlo.

No, aspetta, questo è quello che succede a una persona appena viene al mondo. No, intendevo la stessa roba ma a una velocità molto superiore, un decadimento rapido e doloroso, ma pure se non fosse doloroso, il decadimento rapido e inevitabile credo sia la cosa peggiore che ti può succedere. Spero che non stia ciò che stai vivendo là dove sei tu. Spero che non stia succedendo neanche a me qui, magari a mia insaputa. 

Vabbè, quest'ultima parte somiglia molto a una preghiera, e si era detto di lasciare perdere le menate sulla religione. Ma forse è proprio questa, alla fine, la religione: un desiderio di scacciare il male che si ripete, si codifica in un rito, si arricchisce di una storia che ne giustifichi l'esistenza e finisce per fare presa su un sacco di gente che condivide lo stesso desiderio di scacciare il male.

Spero di stare bene, lo dico ad alta voce perché mi fa sentire meglio, lo ripeto anche domani, e dopodomani, e il giorno dopo ancora. Cerco di ripetere le stesse parole ogni giorno, come una formula. Qualcuno mi ascolta e si sente confortato dal mio rituale, e lo fa suo. Da due diventiamo quattro, poi otto, poi ci riuniamo in un posto e ripetiamo il rituale tutti insieme, tutti i giorni alla stessa ora, anche il momento in cui si compie il rituale entra a far parte del rituale stesso, e dopo un po' anche il luogo in cui lo compiamo. Qualcuno si stacca e va a compiere lo stesso rituale da un'altra parte, riproduce il luogo della cerimonia sull'esempio del primo, e crea un secondo gruppo uguale al precedente. Poi succede ancora, altri gruppi si formano, tutti accomunati dalle stesse regole. Quello che distingue una religione da una setta o da un club è solo il numero dei partecipanti.

Comunque stavo parlando di concerti, che se vogliamo sono un altro genere di cerimonia religiosa, ma attecchiscono meno perché si ripetono sì sempre uguali, ma ogni volta in luoghi diversi, e il loro costo rende difficile partecipare a ogni data del tour. Se i Beatles avessero suonato per dieci anni ogni domenica nello stesso locale di Liverpool la stessa scaletta, oggi saremmo politeisti e il parroco della chiesa avrebbe i pantaloni a zampa.

A luglio sono stato invitato a vedere i Megadeth, che oramai si sono ridotti all'ombra di quelli di un tempo, e infatti non ci vado. Oltretutto mi ha invitato il mio amico Davide, che coi suoi capelli lunghi e biondi e la barba incolta sembra un surfista, ma di quelli che stanno sulla spiaggia a disfarsi di birra e canne, e difatti al concerto dei Megadeth si disferà di birra e canne, e io di dover passare due ore a guardare una band di cadaveri suonare roba che non conosco e generalmente mi scogliona al secondo pezzo, insieme a uno disfatto da alcool e psilocibina, non ne ho voglia.

mercoledì, maggio 25, 2022

Ciao me stesso del futuro, è il 25 maggio e rispetto al post precedente ho migliorato un po' la mia condizione. Nel senso che sto sempre male uguale, devo sempre chiamare il commercialista, ma nel frattempo ho tagliato i capelli e adesso posso farmi una fototessera decente che non mi farà vergognare di mostrare la patente per i prossimi dieci anni. Oppure sì, perché rispetto a prima che sembravo uscito dagli anni 80 quando andavano gli occhialoni e i capelli cotonati, adesso sembro uscito da quello stesso periodo storico, ma da una comunità di recupero.

Anche la questione del 730 sembra aver subito un miglioramento, visto che l'INPS, o l'INAIL, o chi si occupa normalmente di ricevere la tua dichiarazione dei redditi, ha reso disponibile un modello online precompilato che potrebbe farmi risparmiare i 70/80 euri di commercialista. Oppure no, perché la rottura di cazzo di farsi la dichiarazione da solo secondo me 70 euro li vale.

La visita per i nei l'ho prenotata i primi di giugno, non conto di morire nel frattempo.

sabato, maggio 21, 2022

 Ciao me stesso del futuro, sono le quattro di un sabato mattina, e non sono ancora riuscito ad addormentarmi. Che poi non è neanche vero: alle dieci, di ritorno da una cena a due che si è rivelata a sei per l'ingombrante presenza di mia sorella con tutta la famiglia, mi sono messo sul divano a guardare 007 Thunderball, elogiandone l'importanza all'interno della serie, e dopo venti minuti dormivo. All'una siamo andati a letto e non ho più chiuso occhio, ma in compenso ho chiuso il naso, da una settimana non respiro più, me lo soffio in continuazione, brucia fuori ed è pieno di liquido dentro, che cola fuori obbligandomi a infradiciare fazzoletti. 

La cena non era male, spaghetti alle cozze e vongole e frittura di pesce. Secondo me non ho digerito la frittura, credo per il freddo che ho preso a stare all'aperto senza felpa. Perfino mio cognato, che gira senza calzini e coi pantaloncini anche a febbraio, ne indossava una. Poi c'erano i ragazzi, che comincerò a chiamare Yin e Yang, non tanto perché siano opposti nel carattere, ma proprio perché lei è pallidissima e lui è sempre più nero, di pelle e abbigliamento. Stasera sembrava un ninja, seduto nel buio a giocare col cellulare. Sarà pure una fase della crescita, ma mi sembra sempre più un disadattato.

Adesso un promemoria: il 15 giugno mi scade la patente, devo rinnovarla. Sono stato ad Arquata oggi, alla scuola guida; devo solo portargli una fototessera, fanno tutto loro. Poi ho incontrato un ex collega, Davide, mi pare si chiami. Lavorava con me in magazzino, mi fa piacere averlo rivisto, era forse l'unico che avrei avuto piacere di salutare.
Altro promemoria, il 3 giugno devo andare dal dermatologo a farmi vedere un neo che sta crescendo in un modo strano. Se morirò di melanoma ricordati che ne abbiamo parlato per la prima volta qui.
Altro promemoria, non meno drammatico: devo chiamare il commercialista per fare il 730, continuo a dimenticarmi.

Vabbè, la seconda pastiglia di moment non sembra avere risolto i miei problemi di respirazione, ma forse nel frattempo la digestione ha ripreso il suo corso. A quanto pare bere un sacco d'acqua non mi fa vomitare come succede a Shasha, ma mi aiuta a diluire i blocchi di frittura arenati nello stomaco.

Proverò ad andare a dormire, sono le 4.23.


mercoledì, aprile 13, 2022

 Anni dopo l'ultimo post, di nuovo davanti a un pc, quante cose sono cambiate sebbene io sembri lo stesso vecchio di sempre, al limite un po' più flaccido. Devo fare qualcosa per questa forma sempre più smagliata che smagliante, potrebbe aiutare smettere di mangiare quintali di pane e formaggio e affettati e cioccolata e magari iniziare a fare un po' di attività fisica, ma ci penserò. Tanto sono sicuro che non passerà tanto che mi ritroverò a nutrirmi nuovamente del mio fegato e riacquisterò quell'aria da malato terminale che contraddistingue la fine prematura delle mie relazioni. Perché va bene ma non va bene, come sempre, va bene finché non noti che ci sono cose che non sono mai andate bene e che ti stai solo facendo andare bene, ma è l'equilibrio della moneta in piedi sul tavolo, ci sta finché resta tutto immobile, alla minima vibrazione ti mostra la testa o la croce.

Nel frattempo per fortuna le distrazioni non mancano, è scoppiata una guerra non troppo lontano da qui, abbastanza vicino perché i profughi vengano a cercare rifugio da noi, a casa di gente abbastanza bianca perché detti profughi vengano accolti a braccia aperte e non si parli di invasione, sebbene a livello di numeri gli arrivi siano già molto più alti. Ma che gli italiani siano delle merde non mi sembra argomento su cui sia necessario approfondire, basta guardare su quali posizioni si sono fin qui arroccati i vari pensatori: "lasciamoli scannare fra di loro e speriamo che gli schizzi di sangue non ci raggiungano", solo detto con molti più giri di parole.

martedì, febbraio 15, 2022

 Sopravvissuto a una settimana di covid senza strascichi evidenti e soprattutto senza avere perso il gusto, l'olfatto non c'era neanche prima, bene così. Si susseguono i tentativi di bassa calzoleria ai miei danni, ma il risultato non cambia, evidentemente quella del ciabattino è un'arte che è andata perduta, oppure fra le varie incapacità della mia collega va aggiunta pure la scaltrezza. Prendo nota e passo oltre, ho di meglio da fare che perdere tempo e serenità per una che Paola avrebbe a suo tempo definito, con ragione, una sciampista. E comunque il fiume è lungo e placido, i cadaveri ci mettono molto tempo a scendere a valle.

giovedì, febbraio 03, 2022

 Nel frattempo si continua a stare malissimo, che tradotto in uomese significa un po' di mal di gola e niente febbre, al massimo 37 e uno. Il Paese sta impazzendo come al solito, più del solito dato che questa è la settimana di Sanremo, e i social sono divisi fra chi esalta e chi condanna la solita denuncia stereotipata al razzismo, alla violenza di genere, al cazzo che ti pare, ma sono trent'anni che a Sanremo si fa il siparietto "che fa discutere", ed è sempre la Barbie delle prese di posizione, coi suoi accessori prestampati, rispettosa delle regole e dai rassicuranti colori pastello. E la cosa pazzesca è che funziona, il pubblico si divide davvero fra chi condivide questa buffonata e chi ne è infastidito, perché quando passano uno spot didascalico da terza elementare sul razzismo o fai terza elementare e ti emozioni o sei razzista e quindi ragioni ancora come uno di terza elementare, e allora per forza che ti dà fastidio. Ma non funziona, nel mondo reale questa cosa qui fa schifo, ti stanno trattando come un deficiente. Ma è tutto Sanremo a essere costruito a misura di deficiente, a partire dai conduttori fino ad arrivare agli ospiti e alle canzoni proposte. È la fiera del politicamente corretto, dove perfino le parolacce e i gesti fatti per scandalizzare sono politicamente corretti e per questo incastrati su misura nel sistema che mostrano di voler rompere. "Uh Achille Lauro si battezza in diretta! Uh dice chiavare nella canzone!". Uh, il 1980 era quarantadue anni fa e questa roba era già vecchia allora, ma quando le apriamo le finestre e cambiamo aria, o perlomeno cominciamo a guardare fuori cosa succede nel mondo, quello vero?

mercoledì, febbraio 02, 2022

 Oggi potrebbe essere il giorno in cui si schiantano le mie illusioni di essere immune al Covid, ho un paio di sintomi che si legano bene con la malattia tanto popolare negli ultimi due anni. Dall'altra parte, avendo fatto il terzo vaccino sabato, posso continuare a illudermi di non avere niente, tanto la quarantena non è necessaria e febbre non ne ho, solo mal di gola e un senso generale di spossatezza che potrebbe essere dovuto al fatto che mi alzo alle tre e mezza, e pure mi chiudono l'autostrada, diocane.

Sull'altro fronte ho appena ricevuto la notizia che una delle coppie più longeve fra i miei amici si sta dividendo, ma seguendo la moda del tiramisù scomposto continueranno a essere presentati insieme ma come ingredienti separati. La vedo durissima per loro.

E la gatta ha ripreso con un attacco epilettico al giorno, sto pensando di accompagnarla alla chitarra e vedere se riusciamo a fondare i Joy Division.


mercoledì, gennaio 19, 2022

 Due giorni alla conclusione dei miei primi 50 anni, e ancora non credo di averci capito granché, né mi aspetto di ottenere risultati soddisfacenti nei prossimi 50. Spero nei terzi.

Domani partiamo prestissimo, ma forse sarebbe più corretto dire che partiamo stasera tardissimo, e dallo stato della compagnia che mi sono scelto sto cominciando a domandarmi se non avrei fatto meglio a passare due giorni in casa a giocare a Red Dead Redemption 2: Moglie n.1 ha un esame da preparare, Amico ha una brutta ferita al piede e non riesce a camminare agevolmente, Compagna di Amico è un vaso e sarebbe una pessima compagna per andare a esplorare la città. Inoltre Lisbona è terribile se hai problemi di deambulazione, e questi due non sono proprio due esperti di viaggi all'estero che puoi mollare e andartene per i fatti tuoi. Aggiungi le menate per il Covid e il quadro per un'odissea è bello e incorniciato.

Ok, la città la conosco un po' per esserci già stato, le cose che mi interessa fare sono poche, giusto quelle che non ho potuto fare la prima volta, tipo visitare Sintra, o ripetere quelle che ho apprezzato di più, che riguardano principalmente il cibo, e alla fine non ho particolari pretese e mi sta bene lasciare che a decidere il programma siano gli altri, ma in questo contesto che si sta definendo comincio a sperare che abbiano tutti forti difficoltà a uscire dalla stanza e mi lascino libero di farmi i miei giri da solo. 

Mi manca girare da solo, da quando sto con Moglie n.1 non faccio più niente per conto mio, e quel piccolo piacere che avevo cominciato a coltivare a Praga non ho più avuto occasioni per coltivarlo. Anche perché a Praga ci siamo conosciuti, e praticamente tutti i viaggi successivi sono stati insieme, o al limite per andare a trovare lei.

Cose che voglio fare a Lisbona, da solo o in compagnia:

- Andare a salutare Saramago sotto il suo ulivo;
- Visitare il castello di Sintra;
- Mangiare la carne de porco à Alentejana in un ristorante dell'Alentejo;
- Scassarmi di pasteis;

Non è molto, onestamente per celebrare i miei 50 anni avrei voluto fare di più, e in un'altra città, una di quelle dove mia moglie non può andare senza un visto troppo costoso per fermarcisi solo tre giorni. Mi sono accontentato, mi sta bene accontentarmi, ma preferirei che questo viaggio non si rivelasse una merda.

mercoledì, dicembre 22, 2021

 Mancavano 3 giorni a Natale, e il piccolo Pablo stava cominciando ad accusare gli strani disturbi che in genere sono dovuti alla carenza di sonno, ma siccome lui non conosceva quali siano questi strani disturbi nello specifico, attribuiva ogni scazzo che aveva al fatto che di notte si alzava a pisciare, cosa del tutto normale quando arrivi a cinquant'anni, ma uno dei grossi problemi che aveva il piccolo Pablo era la difficoltà ad accettare di essere entrato nella fase anziana dell'esistenza, che poi non sarebbe neanche stato così, ma era un uomo, e reagiva come gli uomini, quindi si scoglionava facilmente, accusava strani dolori e stanchezza, era di cattivo umore e scorreggiava tantissimo.

Quello che però non avrebbe mai considerato come un segno dell'età fu trovarsi davanti il fantasma di Marley, un anziano socio d'affari di Ebenezer Scrooge, morto il giorno di Natale di sette anni prima. primo perché lui Ebenezer Scrooge non sapeva manco chi fosse, e secondo perché se c'era uno scrittore che gli stava sul cazzo quello era Charles Dickens.

"Minchia, sto cominciando ad avere le allucinazioni!", esclamò il piccolo Pablo di fronte a quel tizio nero coi dreadlocks.
"Get up, stand up, stand up for your rights!", gli rispose quello, che evidentemente condivideva col piccolo Pablo la stessa ignoranza verso la letteratura britannica.
"Cazzo ci fa un rastamanno in camera mia alle due del mattino?"
"Sono venuto ad annunciarti una roba, bro"
"Sono incinto dell'agnello di Dio?"
"No, riceverai la visita di tre fantasmi che ti mostreranno delle robe e ti insegneranno qualcosa sullo spirito del Natale"
"Ma non sono stato avaro o cattivo con gli altri, perché questo trattamento iniquo?"
"Non è per quel che hai fatto, è per cosa ti sei mangiato ieri sera. O pensavi che a cinquant'anni ci si potesse ingozzare come oche prima di andare a dormire e poi passare una notte tranquilla?"
"Fuck"

Chiaro che per quella notte non si dormì più un cazzo nessuno, come fai a dormire dopo un'attività paranormale in camera da letto? Un minuto dopo l'apparizione eravamo in strada io e mia moglie in pigiama e ciabatte a cercare un esorcista aperto.

Poi con la luce del giorno tutto sembra più facile, e anche le cose più spaventose diventano sopportabili e addirittura ci si trova un lato positivo, dai, quanti possono dire di avere incontrato un'icona della musica morta quarant'anni prima senza l'ausilio di un badile?
Ci siamo passati una bella giornata tranquilla e la sera siamo andati a letto senza pensare più alle cose brutte.

Alle tre mi sveglia una voce: "Pablooh! Pablooh! Oh Pablo! Oh! Ma ti svegli? Oh, il morto sono io!"

Era il fantasma dei Natali passati, interpretato da Natalin, il mio vecchio padrone di casa deceduto anni prima alla caparbia età di novantasei anni. Non voleva mostrarmi quant'era bello il Natale quand'ero bambino, voleva i soldi dell'affitto di quand'è morto, che nel trambusto che è seguito fra gli eredi che si accoltellavano nessuno è venuto a pretenderlo e alla fine me ne sono andato senza pagarlo.

venerdì, dicembre 10, 2021

 Venerdì freddissimo da chiudersi in casa e magari pure sotto le coperte se non ci fossero rovine naniche da esplorare e draghi da uccidere, e peccato che Shasha non riesca a capire l'importanza della mia missione, per lei è una giornata da chiudersi in casa e stare sotto le coperte e basta, ma tanto non saremo soddisfatti nessuno dei due perché oggi si starà tutto il giorno in giro per questa città freddissima a fare cose freddissime fino a stasera quando andremo a prenderci un'altra sberla di freddo allo stadio per vedere due squadre pessime rischiare la retrocessione, e ci ho pure speso cento euri per questo privilegio.

Comunque mi sono appena comprato un cellulare su internet, spero di avere scelto il modello giusto sennò sono proprio un pirlazzo, poi questo vecchio con la batteria un po' a puttane lo regalo a mia mamma e siamo tutti contenti, soprattutto io se ho scelto il modello che volevo e non quello vicino e soprattutto se è vero che mi regalano anche un laptop chromebook di cui non so bene cosa fare ma che sono sicuro starà benissimo sulla mia scrivania a pigliare polvere.

martedì, dicembre 07, 2021

 Io boh, ho provato a usare il nuovo gestionale dell'azienda, ma il palmare superfigo android che ci hanno dato in dotazione non funziona, perciò uno che ci prova anche a lavorare e si vede sbarrare la strada dalla sua stessa azienda cosa gli resta da fare se non mettersi a cazzeggiare sulle proprie pagine personali private segretissime dove non c'è pericolo che trapeli la minima informazione riservata salvo quando si dimentica di scollegare la pagina e la lascia aperta alle visite di chiunque compresi quelli delle pulizie del turno di notte?

Comunque la situazione generale sta andando bene, ho avuto un problema con tutti gli elettrodomestici di casa tranne il minipimer, che hanno smesso di funzionare uno dopo l'altro tipo battle royale in cucina, alla fine ha vinto il microonde, meno male, almeno sono riuscito a scaldarmi qualcosa da mangiare, pensa se vinceva il macinacaffè che sono già nervoso così.

Ieri ho preso il biglietto dell'aereo e per i cinquant'anni conto di essere in giro sul tram giallo numero 28 per le strade in salita di Lisbona, a cercare di attirare l'attenzione dei camerieri con lo sguardo perso nel vuoto a ricordare i bei tempi di quand'erano un impero. stamattina mi sono svegliato col sapore di pasteis in bocca.


mercoledì, ottobre 13, 2021

 Ho letto la storia di questa coppia americana che un giorno decide di vendere segreti militari del proprio Paese a un governo straniero, e dato che il marito lavora nella Marina militare come tecnico, in pratica mette il manuale delle istruzioni di un reattore di sottomarino nucleare in una busta e lo spedisce a non si sa bene quale governo, specificando "all'attenzione della vostra agenzia di intelligence". Il pacco finisce nelle mani dell'FBI che si mette in contatto con la coppia, spacciandosi per il servizio segreto di quel Paese lì, e sta al gioco finché questo non gli passa dei documenti riservati dentro un tramezzino al tonno, e a quel punto lo arrestano.

Ora mi domando, a che razza di degrado siamo arrivati, come pianeta intendo, se neanche più un'attività che richiede un certo livello di astuzia, lo spionaggio, riesce a svilupparsi in maniera adulta? Questi hanno seguito pedissequamente i passaggi di un film di 007, ma neanche uno di quelli più recenti con Craig, che perlomeno cercavano di mantenere una sorta di realismo, macché, questi due imbecilli si sono affidati alle trame gigione di un film degli anni '80, quando a interpretare Bond c'era Roger Moore e i cattivi venivano sconfitti da un bazooka nascosto in una bomboletta di schiuma da barba lunga un metro e venti.

Ed è così per tutto, un laureato in fisica a capo di un istituto di ricerca si trova a doversi confrontare con una casalinga che ha letto il titolo grosso di un articolo su facebook e adesso ne sa più di lui, il finalista nazionale della gara di rutti ottiene una schiacciante vittoria politica e va in televisione tutti i giorni trattato come un grande statista, ma siccome nella vita sapeva fare solo quello, risponde a ogni domanda con dei boati cavernosi al sapore di cipolla, io sono costretto a indossare la mascherina nei luoghi pubblici e al lavoro perché ci sono dei coglioni che preferiscono pagare 500 euro a uno sconosciuto per farsi falsificare un green pass che iniettarsi un vaccino preso ormai da 5 miliardi di persone senza effetti collaterali di alcun tipo, e soprattutto ci sono dei coglioni così coglioni che non si rendono conto dell'evidente contraddizione presente in un tizio che ti parla di libertà dalla dittatura sanitaria e poi ti chiede 500 euro per aggirare il sistema.

Credo che sia venuto il momento di rivalutare Idiocracy, quel vecchio film un po' scemo di qualche anno fa. Non era un po' scemo, e forse sarebbe il caso di farlo girare un po' di più, perché è lì che stiamo andando.

L'unica soddisfazione è che il giorno in cui gli idioti conquisteranno il mondo e metteranno finalmente le mani su un arsenale nucleare saranno troppo idioti per capire come far scoppiare una guerra atomica e manderanno in crash il sistema prima di fare danni seri.

martedì, ottobre 12, 2021

 Mentre su New York calano le prime ombre della sera e il malvagio Stanislao Moulinski sta rintanato in qualche anfratto buio a pianificare il suo prossimo atto criminoso, cucendo travestimenti impossibili che mi domando dove abbia imparato a lavorare così bene e se non gli converrebbe mettere a frutto cotanta esperienza per aprirsi un'attività più legale e redditizia, sbircio sull'app di Airbnb chi sarà il mio prossimo ospite. Una che si chiama Cheyenne, fa la parrucchiera e ama i gatti più delle persone. E subito mi si attiva il senso di ragno, quella vocina interiore che mi strilla nelle orecchie "Pericolo Pericolo!", perché il nome, la professione e i post su facebook me la fanno aderire a un modello di persona a cui è sempre bene tenersi lontani: quello del fricchettone moderno. Il fricchettone moderno è quella persona che adotta uno stile di vita naturale e si cura con le erbe, ha una scarsa istruzione e si informa dai post di facebook, ucciderebbe per salvare i delfini ma beve il mojito con la cannuccia che poi butta nell'indifferenziata, e soprattutto è un convinto no-vax e crede che il deep state stia attuando il grande reset e che l'unico in grado di salvarci sia Trump, o Salvini se è un fricchettone nostrano. Non è razzista, è un idiota, e adesso uno di questi personaggi mi si presenta a casa, sotto le spoglie anche gradevoli di una ragazza franco-tunisina dagli occhi chiari e il fisico gradevole. Non importa l'aspetto, se è una scema pericolosa l'unica cosa che finisco per notare è quella, e anche le cose belle che si porta addosso diventano sgradevoli, stonate. Prova un po' a mettere un assolo di Rostropovich su un pezzo trap e poi dimmi se ti sembra ancora melodioso.

Vabbè, sopravviverò. La cosa pesante è che domani mattina dovrò fare pianissimo mentre mi preparo per il lavoro.

venerdì, ottobre 01, 2021

 E insomma gira che ti rigira mi hanno rinnovato il contratto e offerto un indeterminato che però non è indeterminato perché dura un anno ma di fatto lo è perché indeterminato con l'agenzia interinale che dopo un anno diventa altrettanto indeterminato ma direttamente con l'azienda e quindi in pratica ci sarebbe da festeggiare ma cosa festeggi che sei appena tornato dalle ferie e devi ancora pagarti la spazzatura e il mutuo e l'assicurazione e magari anche cambiare macchina tuttalpiù ti offri due pizze e ringrazia pure.

Però va bene dai.

venerdì, settembre 17, 2021

 Stamattina sarà perché mi sono svegliato all'ora giusta e non con due tre di anticipo, o sarà perché è venerdì e il venerdì non ci sono cazzi che tengano, o perché questo venerdì in particolare mi vedrà passare direttamente da impiegato aziendale a passeggero Volotea, passo il tempo canticchiando Love is the seventh wave e battere cinque altissimi a chiunque mi capiti davanti, specie se sono dei chiunque di bassa statura a cui anche un cinque regolare risulterà inarrivabile. In più c'è anche questo fatto di cronaca di cui bisognerebbe parlare, facendo irrompere su queste pagine la realtà, che di solito resta fuori dalla porta: è stato reso obbligatorio il green pass sui posti di lavoro, tutti e senza esclusioni. E ci sono una streppa di persone qui dentro che stamattina sfoggiano la stessa espressione di Salveenee quando subisce una pesante sconfitta politica, cioè sempre. 

Fra parentesi, come cazzo si fa a considerare credibile uno che nella sua carriera politica è riuscito a dire sempre tutto e il suo contrario solo per portare a casa un risultato e anche così ha perso praticamente ogni battaglia che ha combattuto?

Se si aggiunge che il programma di oggi è quasi inesistente ci sono tutte le premesse per dichiarare questo venerdì Venerdì Nazionale dello Sciallo, mettere su un libro nuovo e far venire l'una sorridendo al cielo che spunta lassù nell'angolo a destra ed è bello azzurro.

Oggi posto finestrino, eh?